Altro che rottamazione: un pezzo dopo l’altro sono gli stessi membri del Pd a lasciare il partito. Il terreno della diaspora sono le prossime elezioni regionali.

Altro che rottamazione: un pezzo dopo l’altro sono gli stessi membri del Pd a lasciare il partito. Il terreno della diaspora sono le prossime elezioni regionali.

Dopo il deputato Luca Pastorino in Liguria, è la volta di Rita Castellani, futura candidata presidente per la Regione Umbria. La docente di Economia a Perugia nonché ex membro della direzione regionale del Pd, non solo non rappresenterà il partito del premier: le elezioni saranno l’occasione per presentare un nuovo movimento che contenga valori non più rintracciabili, sembrerebbe, nel Pd. Con un nome più che evocativo: Possiamo. La professoressa umbra vuole ancora credere che ci sia un modo per fare politica col centrosinistra, e dunque ecco lo strappo, esplicitamente in contrasto con le politiche renziane. Prima fra tutti la legge elettorale, che dà il via libera a quei «capibastone che localmente dirigono un assembramento d’interessi che con un partito nazionale nulla hanno a che vedere», denuncia. E non è sola: «Militanti ed elettori del Pd non ce la fanno più».

Ha scelto di non ricandidarsi in Toscana Daniela Lastri, consigliere regionale uscente e per dieci anni assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Firenze. Non riprenderà nemmeno la tessera del partito, lei che ne è stata una delle fondatrici: «Il partito è cambiato, è diventato più di centro che di sinistra». Critica «la politica nazionale del Pd, dall’Italicum alla Buona scuola, oltre ai provvedimenti regionali come la legge elettorale e la riorganizzazione della Sanità». È una scissione silenziosa quella che sta avvenendo nel Pd toscano. «Tanti militanti non rinnovano più la tessera e non si fanno più vedere nei circoli», dice. Quanto a lei, dirà presto quale schieramento politico appoggerà.

L’assessore regionale uscente della Puglia Gugielmo Minervini, invece, ha preferito farsi espellere. «Per difendere una delle più straordinarie esperienze di governo, la più importante al Sud» e candidarsi con la lista civica vendoliana di sostegno a Dario Stefano, è passato sopra la sua tessera Dem denunciando «il vuoto gigantesco di idee» nella proposta di Michele Emiliano, candidato neorenziano che ha commentato con la frase «Un problema in meno» l’uscita di Minervini. L’ex assessore, molto amato dai giovani e tra i protagonisti della battaglia per le primarie alla Regione, risponde così in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno: «Prendo le distanze da questo Pd che io ho creduto potesse essere la casa dell’innovazione politica. Se è solo il luogo del potere, a me non interessa».

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