Una divertente, ammiccante investigazione deduttiva. Gli addetti della compagnia di pulizie Watson Srl devono rimuovere le tracce dello spettacolo della sera precedente, e per farlo devono prima ricostruirle in modo “scientifico”.

Segnatevi il nome: CollettivO CineticO. Sono giovani, vivono a Ferrara, interpretano la danza come un gioco affascinante di tecnica rigorosa e di slanci nella poesia del corpo, di geometria e follia. Vincitori nel 2014 del premio Rete critica, la rete dei blog e siti di teatro, compongono incursioni nei territori contaminati dell’immaginario contemporaneo.

Li abbiamo visti per strada nel festival Danza urbana di Bologna alle prese con le gesta fisiche di alcuni (improbabili) supereroi o in teatro in un talent Amleto, con bando per le iscrizioni su Facebook, con prove esilaranti e molto serie per i partecipanti. Hanno composto un vero e proprio manifesto generazionale con «age», chiamando un gruppo di adolescenti a improvvisare sentimenti, emozioni, rapporti reagendo a stimoli dati, come su uno struggente ring dell’esibizione di sé.

In Miniballetto n.1 Francesca Pennini (con il drammaturgo Angelo Pedroni, l’anima della compagnia) alterna momenti di virtuosismo coreutico a slanci nella pura visionarietà, con un drone volteggiante e piume smosse come un vento cosmico. Nella loro continua indagine sui meccanismi della performatività, sui confini tra rappresentazione, tecnica e incrinatura esistenziale, sono approdati ora a Sherlock, uno spettacolo per ragazzi prodotto con il glorioso Teatro delle Briciole di Parma.

Secondo lo spirito del personaggio di Conan Doyle si tratta di una divertente, ammiccante investigazione deduttiva. Gli addetti della compagnia di pulizie Watson Srl devono rimuovere le tracce dello spettacolo della sera precedente, e per farlo devono prima ricostruirle in modo “scientifico”.

Il pretesto narrativo conduce a un viaggio in diversi stili di danza e possibilità coreografiche, per mostrare come solo lo scatto nell’immaginazione possa definire i modi che l’arte ha per trasfigurare la realtà. I giovani spettatori sono coinvolti in un gioco che chiede continuamente di guardare oltre le apparenze, per estrarre inedite visioni dal flusso della vita quotidiana.

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