Un clima surreale per il decreto precari che aleggia da stamattina e che rischia di far lavorare tutti a vuoto. Un sistema “ghigliottina” che riformulando gli emendamenti ne fa decadere decine di altri (dell’opposizione). E soprattutto, la maggioranza compatta nel portare a casa il ddl così come è stato presentato. In una tensione palpabile. Questo lo scenario in cui si recita il soggetto del ddl 2994 alias della Buona scuola.
La notizia sui “ripensamenti” del Pd sulla figura del preside-capo assoluto «è molto fumo negli occhi, in sostanza per ora non è stato cambiato granché», dice Gianluca Vacca, deputato M5s che fa parte della VII Commissione Cultura della Camera dove articolo su articolo, comma dopo comma, sfila il disegno di legge governativo. Per ora siamo ai primi articoli, ce ne vorrà ancora per oltre una settimana. Ben oltre lo sciopero generale del 5 maggio. Da stamattina circola la voce che per garantire il piano assunzioni dei precari, il governo sta pensando a un decreto legge. Così i 41 componenti della Commissione su certi articoli del ddl relativi alle assunzioni si troveranno ad approvare testi che saranno vanificati dal documento governativo. «Non sappiamo che cosa accadrà di quello che approviamo», racconta Gianluca Vacca, molto attivo nel presentare emendamenti al ddl («in pratica lo prevedo completamente stravolto»). «Si lavora con un pressapochismo totale, senza sapere l’impatto di questi provvedimenti che stiamo discutendo».
«Sa cosa ci ha risposto il sottosegretario Faraone a cui abbiamo chiesto notizie? Che per il momento andiamo avanti così», dice il deputato abruzzese che è un insegnante di scuola media. La notizia del decreto che dovrebbe provvedere all’assunzione dei 101mila precari è rimbalzata dalle pagine di Repubblica, un giornale che dà voce spesso al Governo (ricordiamo qualche giorno fa l’intervista al ministro Giannini in cui la responsabile di Viale Trastevere ha dato degli “squadristi” ai prof che la contestavano a Bologna). «E dire che il decreto l’avevamo proposto noi, mesi fa, per stralciare la questione delle stabilizzazioni dei precari dal ddl, ma ci hanno sempre risposto che non era possibile perché le assunzioni sono legate a tutto il resto», commenta Vacca.
Il preside-capo assoluto che è uno dei punti più contestati della riforma renziana rimane ancora saldo al suo posto, anche se «alcuni emendamenti cercano di annacquare, almeno formalmente il suo ruolo», continua il deputato M5s. «Per esempio oggi abbiamo approvato l’emendamento sull’articolo 2 comma 8 presentato dalla relatrice Coscia sul piano triennale del Pof che deve essere elaborato dal collegio dei docenti, ma sulla base delle scelte e degli indirizzi del dirigente scolastico». Come a dire, alla fine la decisione è sempre del preside, quella figura che Matteo Renzi, nel presentare il ddl in conferenza stampa, aveva definito «leader educativo del territorio». Ma quando si tratterà di discutere sulla chiamata diretta dei docenti da parte del dirigente, si vedrà se il Pd ha realmente intenzione di ascoltare le proteste che arrivano unanime dal mondo della scuola. Vacca non si illude: «Su quel punto il partito democratico non vuole trattare».
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