Nel silenzio generale, si avvicina a grandi passi il 5 maggio. Il giorno della mobilitazione contro il ddl della Buona scuola viene snobbato dalla “grande” stampa, eppure è tutto il sistema scolastico che è in fermento. Impossibile non avvertire il terremoto in atto. Un evento epocale che forse non si era verificato nemmeno negli anni dopo il fatidico 2008, l’inizio della mannaia Tremonti-Gelmini (8 miliardi di tagli all’istruzione).
Le fiamme covano sotto le ceneri che il ddl avrebbe sparso ridisegnando la scuola italiana. E tutto questo avviene tra flashmob, assemblee, incontri e mille iniziative in rete, mentre in commissione Cultura e Istruzione della Camera si sta procedendo a tappe forzate per approvare il ddl 2994 alias della Buona scuola. Giorni decisivi per la scuola del futuro. E se la partecipazione alla sciopero generale “L’unione fa la scuola”, questo lo slogan del 5 maggio, sarà massiccia e le scuole rimanessero chiuse, il governo e la maggioranza che faranno? Come non tenerne conto? Se così accadesse, se il governo dovesse andare avanti per la propria strada, incurante delle voci provenienti dalla società, allora avremo un’altra prova della deriva che sta prendendo questo Paese.
I protagonisti della protesta: 750mila docenti
- Per la prima volta dopo sette anni scenderanno in piazza tutte le sigle sindacali. E cioè: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda, oltre a Cobas e Unicobas, che pure aveva scioperato il 24 aprile. Sono state organizzate manifestazioni in alcune città dove confluiranno i manifestanti di altre regioni. Eccole: Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma. Le mappe e i percorsi delle singole manifestazioni. A Roma un corteo partirà da piazza della Repubblica alle ore 9.30 per arrivare a piazza del Popolo verso le 11.
- Sono coinvolti docenti precari ma anche quelli di ruolo che vedono peggiorare la loro situazione. Il ddl, ricordiamo, che doveva stabilizzare all’origine 151mila precari delle Gae, poi è riuscito nell’impresa di lasciarne a casa cinquantamila, oltre agli idonei e coloro con più di 36 mesi di insegnamento. E il famoso decreto legge riservato solo per loro, in modo da garantirne l’assunzione a settembre, non è mai arrivato. Anzi, il fatto che la questione “precari” sia rimasta all’interno del ddl è visto come una forzatura, una sorta di ricatto, per far approvare rapidamente il testo in toto, pena la non stabilizzazione tanto attesa. Tra l’altro, sono previste anche molte deleghe lasciate al governo in materia di semplificazione che ridisegneranno il testo unico della scuola. E quindi tanto affanno sugli emendamenti ma poi alla fine deciderà il governo sui temi che contano, come segnala molto bene Roars.
- Partecipano allo sciopero anche i dirigenti scolastici. “Alla “Buona scuola” non serve il preside nominato dai politici e da loro revocabile. In ognuna delle 8.500 scuole della Repubblica deve esserci un dirigente scolastico selezionato secondo il merito e attraverso un pubblico concorso”, dicono i dirigenti dei sindacati che promuovono lo sciopero. Una presa di posizione contro l’articolo più contestato del ddl, che trasformerà la scuola italiana in un’azienda guidata da un manager con tutti i poteri, sia di scelta degli insegnanti, che della loro valutazione.
- Partecipano in massa anche gli studenti. Con un bell’appello i ragazzi dell’Uds invitano a scendere in piazza insieme ai prof per difendere la democrazia. Mobilitati anche gli studenti universitari del coordinamento Link che per domani 4 maggio hanno convocato alla Camera una conferenza stampa sulle modalità dell’abilitazione e del reclutamento futuro. E’ la campagna #iovoglioinsegnare. Sì, perché molti giovani che frequentano l’università vorrebbero insegnare… Il 5 maggio ci sarà anche il coordinamento Link-Rete della conoscenza in piazza: Università e Scuola insieme.
Il ddl Buona scuola e le “truffe semantiche”
Mentre il mondo della scuola si prepara a scendere in piazza il ddl è oggetto di una vera e propria prova di forza della maggioranza. Lo dice senza mezzi termini la delegazione M5s che durante la conferenza stampa del 30 aprile alla Camera, ha comunicato la propria decisione di lasciare i lavori della commissione insieme a Sel e alle altre forze d’opposizione. Il deputato Gianluca Vacca parla di “truffe semantiche”: non è vero che gli emendamenti presentati dal Pd rendono più soft la figura del preside-sceriffo. Per esempio, sostiene Vacca, l’articolo 2, comma 8 e 9, nell’emendamento della relatrice Coscia sembra che “l’elaborazione del piano triennale passi dal dirigente scolastico al collegio dei docenti, ma solo in apparenza – continua l’esponente M5s – perché i criteri generali verranno definiti dal dirigente scolastico”. Per la chiamata diretta da parte del dirigente, inoltre, il Pd farà muro, sostiene Vacca. Inoltre a partire da domani entra in funzione la “ghigliottina” per cui si potranno presentare solo 2 emendamenti per articolo. I tempi sono contingentati per permettere la votazione finale in aula il 19 maggio. E allora i Cinque stelle hanno deciso di abbandonare la Commissione, definita una farsa.
Critiche al ddl, per come è stato scritto e per le irregolarità contenute che renderebbero il suo percorso a ostacoli giungono anche dal Comitato per la legislazione della Camera, come scrive il Fatto quotidiano.
In una tale situazione di confusione arriva la giornata del 5 maggio. Per la quale un gruppo di insegnanti ha pensato un ipotetico Consiglio di classe per un ipotetico alunno chiamato Matteo, come leggiamo nel bel post di Marina Boscaino, che è, ricordiamo, tra i promotori della Lip, la legge di iniziativa popolare (relatori M5s e Sel, tra gli altri) che scritta dopo anni di consultazione dal basso, è approdata in Commissione Istruzione, nel totale disinteresse dei deputati Pd e dei burocrati della Buona scuola. La Lip promuove una Buona scuola per la Repubblica e sarebbe stato interessante vedere come poteva integrare il ddl della Buona scuola.
Cosa scrivono i prof sull’alunno Matteo:
“Giorno 5 maggio consiglio di classe straordinario: 750.000 docenti si riuniranno per discutere sul caso dell’alunno Matteo. L’alunno mostra poca partecipazione alle diverse attività, poco sensibile ai richiami, conosce le norme che regolano la vita della comunità, ma non sempre le rispetta. Non ha ben sviluppato la capacità di ascolto: si distrae facilmente. Maggiori lacune si manifestano nello sviluppo delle competenze della lettura e comprensione di diversi testi scritti. Gli insegnanti, al fine di potenziare e facilitare lo sviluppo delle capacità apprenditive, presentano un programma /percorso di recupero individualizzato volto a guidare l’alunno alla conquista di capacità logiche , scientifiche ed operative, ed alla progressiva maturazione della coscienza di sé e del proprio rapporto con il mondo esterno”.