Come raccontano, i giornali greci, la giornata di ieri? Left ha sfogliato per voi le più importanti testate nazionali. Risultato? Nonostante lo spettacolare vittoria dell’OXI (NO) espressa dal 61,3% dei greci, i quotidiani non sembrerebbero aver scelto la linea dell’allarmismo.

Ma come la raccontano, i giornali greci, la giornata di ieri? Left ha fatto un giro per le più importanti testate nazionali. Risultato?

Nonostante lo spettacolare vittoria dell’OXI (NO) espressa dal 61,3% dei greci, i quotidiani non sembrerebbero aver scelto la linea dell’allarmismo. La prima pagina dell’Eleytheros typos (testata conservatrice di proprietà della famiglia Aggelopoulos) titola: «La patria in pericolo». E sommaria: «Critica la permanenza della Grecia nell Eurozona». Ancora, Estia (quotidiano di centrodestra), per la sua prima pagina sceglie: «Il Paese entra in una grande sfida dopo il No», e sotto: «Referendum, un atto rischioso per la Grecia»

Il Ta nea, il giornale più diffuso in Grecia (di centro-centrosinistra, tradizionalmente vicino al Pasok), dà direttamente le alternative fuoriuscite – secondo la testata – dal referendum: «Riforma o Grexit». E, come a suggerire che il vero argomento di discussione non fosse sul piatto della consultazione popolare, ma su ben altri piani, aggiunge: «Il vero quesito si terrà in Consiglio a Bruxelles».

Mentre l’ateniese Ethnos (di proprietà dell’imprenditore Giorgio Mpompolas, uno dei più ricchi uomini d’affari di tutta la Grecia) sceglie un’immagine decisamente concreta: «Il piano di Tsipras dopo il terremoto del 61,3%».

Sempre fra i principali quotidiani, il Kathimerini (di orientamento moderato, e di proprietà dell’appaltatore-armatore Aristide Alafouzos, vicino alla Nea Demokratia), mette in prima pagina l’ultimatum: «Accordo o Grexit dopo il potente NO. Pesante il clima in Europa per l’Atene».

Riepilogando, i nostri giornali hanno scelto di focalizzarsi piuttosto sul Grexit che non sul risultato, storico, che ha coinvolto milioni di greci e centinaia di piazze. Titoli e commenti sembrano frecciate ad Alexis Tsipras e alla strategia che il premier seguirà al Consiglio europeo, più che una cronaca e un’analisi della giornata di ieri.

A quanto pare una grossa fetta dell’informazione ufficiale, non sembra essere dalla parte del popolo, bensì da quella dei grandi interessi economici. Triste per un Paese nel quale, a gran voce, il popolo ha coraggiosamente detto NO all’austerità. I nostri quotidiani, invece di informare la gente sembrerebbero cercare id indirizzarlo, non rispettando proprio colei a cui sono indirizzati: l’opinione pubblica. Tanti, tantissimi, i greci che hanno spento le tv questi giorni, perché la maggior parte delle trasmissioni e dei telegiornali cercavano di convincere i telespettatori di votare di NAI (Si). Purtroppo, anche voltando le spalle alla Tv, ecco rispuntare lo stesso atteggiamento nei giornali. Stessa parte dello stesso lato della (vecchia) medaglia. L’informazione libera non sembra essere un diritto che interessa le grandi case editrici della Grecia. Forse perché ignorano che il potere appartiene anzitutto al popolo e non a loro. La democrazia è, appunto, il potere del popolo: δημοκρατία, democrazia. No, significa si all Europa dei valori, e questa è stata la scelta dei Greci. Questo, avremmo dovuto trovare sui giornali.

 

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