Era il 5 aprile 1994 quando Kurt Cobain, fragile leader dei Nirvana, volto e voce del Grunge che ha influenzato almeno due generazioni di adolescenti (la sua Smell like teen spirit è stato vero e proprio inno per milioni di ragazzi), si toglie la vita con un colpo di fucile. Da allora su Cobain si è scritto tanto nel tentativo di dissipare misteri e dubbi sulla sua morte o di capire anche solo qualcosa in più di quell’anima complicata. Sono stati pubblicati i suoi diari, addirittura è comparso un inedito ritrovato durante le riprese del documentario “Kurt Cobain: Montage of Heck” e aggiunto alla colonna sonora del film prodotto da Hbo.
GALLERY | Le foto rese pubbliche dalla polizia di Seattle
(fonte)
Eppure i dubbi di chi non vuole credere a questa fine rimangono, tanto che il giudice della Corte Suprema Theresa Doyle sta decidendo proprio in queste ore se far riaprire o meno il caso e fare chiarezza su elementi come questi:
• Come ha fatto Cobain a spararsi se il suo corpo era talmente pieno di eroina da non consentirgli di imbracciare un pesante fucile?Â
• Perché non ci sono le sue impronte digitali né sull’arma né sulla penna con cui ha scritto la sua lettera d’addio?Â
• Perché il messaggio sembra scritto da due mani diverse?Â
Le reazioni della famiglia sono state immediate e contrarie alla riapertura del “cold case” Cobain. Per Courtney Love, vedova del cantante: «La divulgazione pubblica delle foto riaprirebbe le mie vecchie ferite e mi procurerebbe nuove sofferenze. Sarebbe inoltre una madornale violazione della nostra privacy. Non riuscirei a cancellare quelle immagini dalla mente. Sarebbe un trauma enorme per me e per altri». Mentre la figlia Frances Bean, che all’epoca del suicidio di Cobain aveva solo 20 mesi, ha detto: «Ho dovuto affrontare molti problemi a causa della morte di mio padre. Fare ulteriore sensazionalismo con la pubblicazione di queste foto, sarebbe per me un dolore indescrivibile. Vengo continuamente molestata da fan ossessionati, e temo che la situazione possa peggiorare. Un fan ha fatto irruzione nella mia casa in California e ha aspettato per tre giorni il mio ritorno perché credeva che l’anima di mio padre fosse entrata nel mio corpo».
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