Messico, un rapporto indipendente smentisce l'inchiesta ufficiale sulla scomparsa di 43 studenti a Iguala identificando falle ed errori

«Questo rapporto fornisce un atto d’accusa schiacciante sulla gestione da parte del governo del Messico di una delle peggiori atrocità commesse a memoria recente», così ha commentato José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di Human Rights Watch «Le autorità non si sono dimostrate in grado di condurre un’indagine seria». Vivanco si riferisce alla pubblicazione di un rapporto indipendente sulla strage di Iguala, quando 43 studenti sono stati rapiti e poi fatti sparire nel nulla quasi un anno fa.

Il testo di quasi 400 pagine redatto dagli esperti della Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani, un’istituzione importante ma non certo tacciabile di parzialità – al lavoro ha collaborato il governo messicano – spiega semplicemente che tutte le conclusioni delle indagini sulla scomparsa degli studenti sono sbagliate e fuorvianti.

Mexico Iguala Stidenti

Studenti Iguala, Messico

Mexico Iguala Studenti

La versione ufficiale è che studenti e docenti universitari provenienti da Ayotzinapa siano stati catturati dalla polizia nella città di Iguala e consegnati ai loro assassini – membri di un gruppo di narcos – che li ha uccisi e poi ha bruciato i loro corpi in una discarica di rifiuti nei pressi della città di Cocula. Più di 100 persone sono state arrestate, compreso il sindaco di Iguala e sua moglie. Oggi gli esperti ci dicono che il luogo identificato come la fossa comune alla quale è stato dato fuoco per far sparire i cadaveri non può essere quello identificato nelle indagini: in loco non è presente la quantità di legna e/o copertoni arsi che avrebbero dovuto essere bruciati per far scomparire i resti umani (che non sono quasi stati trovati). Il

Tra gli arrestati molti si dicono innocenti, alcuni denunciano di essere stati torturati, mentre, scrivono gli esperti, risultano spariti diversi video che avrebbero potuti essere stati usati come prova e alcune testimonianze non sono state messe agli atti. Il classico depistaggio. Il rapporto è l’ennesima denuncia, autorevole e non collegata agli esperti incaricati dai parenti delle vittime, di quanto il governo federale abbia evitato di aprire il vaso di Pandora della connivenza tra polizia locale, polizia federale e gli strapotenti e violenti cartelli di narcos.

Il lavoro della commissione non aiuta a gettare luce sulla vicenda – è un’inchiesta sull’inchiesta – anche se si lascia andare a un’ipotesi sulla causa della strage. Il giorno in cui sono stati sequestrati gli studenti avevano sequestrato degli autobus per andare a fare una manifestazione. L’inchiesta ufficiale ipotizza che l’obiettivo fosse interrompere un comizio della mogli del sindaco di Iguala. E che per questo sono stati puniti. La verità è che la cronologia dei fatti non coincide con questa ipotesi. La commissione ritiene invece che tra gli autobus che gli studenti si erano presi ce ne fosse uno usato dai narcos per trasportare eroina oltre il confine con gli Stati Uniti. E che per riprenderselo, i narcos, in combutta con la polizia, abbia operato sequestro e strage.

La speranza di Enrique Peña Nieto era probabilmente quella di mettere a tacere la questione in fretta: studenti di sinistra, di una provincia lontana, una vicenda che sarebbe stata dimenticata in fretta anche grazie ad arresti fatti in pompa magna. Oggi Città del Messico si trova a dover gestire nuove pressioni, anche internazionali. Il governo giura che le nuove indagini assumeranno le conclusioni dell’inchiesta indipendente.

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