Non è vero che la nostra sanità è fonte di sprechi. Anzi, i servizi sanitari italiani sono tra i più efficienti al mondo. È vero invece che tra i Paesi dell’Ocse l’Italia è uno dei pochi che riduce la spesa per la sanità e che laddove – come la Lombardia – è stato scelto un approccio privatistico, questo sì, fa produrre sprechi e ipermedicalizzazione. Sul prossimo numero di Left Pietro Greco analizza a fondo la situazione della Salute pubblica dimostrando l’incongruenza del decreto Lorenzin che prevede tagli a esami clinici importanti come le Tac, le risonanze o le semplici analisi del sangue. Con questo provvedimento, la prevenzione verrebbe colpita e si creerebbero diseguaglianze sociali ancora più gravi di quelle già esistenti. In più, il decreto mina il rapporto tra il medico e il paziente, visto che a decidere se alcune prescrizioni sono “appropriate” sarà un funzionario della Asl che avrà il mandato di sanzionare il medico “disobbediente”. «La sanzione è di per sé uno strumento che mal si adatta alla professione medica, che si basa su un rapporto umano di fiducia», afferma a Left l’oncologo Umberto Veronesi. Mentre il presidente della società italiana di medicina generale Claudio Cricelli contesta duramente il decreto temendo che «una parte dei medici faccia un passo indietro, e per cautela, rimandi le prescrizioni. Insomma, una medicina che passa da preventiva ad astensiva».
Se la sanità pubblica è minacciata dai tagli, anche la formazione non sta bene. Anzi, se non si prevedono risorse, l’università italiana è destinata a scivolare nel baratro. Mentre si attendono provvedimenti del governo, su Left la radiografia degli atenei italiani, ultimi in Europa per numero di laureati e per finanziamenti pubblici.
Left non può non ricordare Pietro Ingrao, attraverso il racconto di Andrea Satta, voce dei Tête de bois, che hanno curato la colonna sonora del film di Filippo Vendemmiati sulla vita del grande politico appena scomparso Non mi avete convinto. Quello che emerge è il ritratto di un vecchio compagno e di un poeta «sospeso fra la Luna e Lenola».
E ancora: l’incontro con Corradino Mineo che a 360 gradi parla di riforma Rai, del Pd e del Parlamento che «non conta più nulla». E poi un’inchiesta sull’industria della musica, uno dei tanti aspetti del Mei (Meeting delle etichette indipendenti) di Faenza, a cui partecipa anche Left.
Negli esteri il punto sul nuovo governo Tsipras tra memorandum da rispettare e uomini dell’ex Pasok che stanno cambiando il volto di Syriza. Fino alla Spagna dove Iglesias deve fare i conti con il voto in Catalogna che ha visto Podemos in netto calo. Umberto De Giovannangeli racconta tutti i muri del mondo, poi la storia – fatta anche di autoscatti – di Nasim, un giovane afghano che dopo un interminabile viaggio ha trovato una vita in Germania. Si trova in un «corridoio tra America e Italia» Gabriele Muccino, il regista italiano che piace a Hollywood e che ha appena girato il film Padri e figlie. Dalle logiche commerciali del cinema americano alla crisi della famiglia, il regista ribatte «non mi sto americanizzando». Per la letteratura, parla di mare, di migranti e di libertà, Björn Larsson, lo scrittore svedese celebre per La vera storia del pirata Long John Silver, mentre Adriano Prosperi recensisce il libro 24/7 Il capitalismo all’assalto del sonno di Jonathan Crary. Per la scienza, il punto della sociologa Marina Mengarelli sull’operato del ministro Lorenzin in tema di fertilità dove eccede il paternalismo. E infine per gli spettacoli un’intervista a Neffa sul suo ultimo album Resistenza in chiave soul.
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