Non c’è molto da aggiungere. Ma forse va aggiunto. Il web si schiera dalla parte del sindaco marziano, Ignazio Marino, lo difende a spada tratta. Sarebbe vittima di un Pd che se ne voleva liberare e che finalmente trova degli scontrini per silurarlo non più perché gli sia solo antipatico ma perché insopportabilmente pasticcione. Modo per dire, in modo gentile, di una sua “incompetenza” oramai ritenuta troppo grave. Left ha tentato in questi due anni di seguire con pazienza ed attenzione quello che stava accadendo a Roma e cosa si potesse muovere contro Marino, non per difenderlo, non ne avevamo la capacità né il compito, ma per restituire un po’ di realtà. L’ultima volta, il 27 giugno, abbiamo tentato di fare un bilancio della sua giunta insieme ad alcuni esperti. Il titolo era “Sotto esame”. Che fosse senza scampo lo si annusava da un po’. Che sia stata più lunga e dolorosa del previsto forse non lo avevamo messo in preventivo. Ma dal gesto a dir poco inelegante del papa di ritorno dagli Usa a ieri sera è stato un ruzzolare giù nel burrone senza sosta, fino all’ultimo scontrino dell’ultimo vino dato in pasto al “comune sentire”.
Poche cose sono chiare e vanno tenute a mente: Marino era miliardi di volte meglio di Alemanno, Marino ha molto probabilmente messo in crisi (anche involontariamente) una filiera di potere corrotta, Marino ha pedonalizzato quello che nessun altro sindaco di Roma ha mai pedonalizzato, Marino ha arginato il cemento a Roma e i suoi scontrini sono ridicoli di fronte al magna magna di decenni e decenni.
Marino era miliardi di volte meglio di Alemanno, ha messo in crisi una filiera di potere corrotta, ha pedonalizzato, ha arginato il cemento a Roma e i suoi scontrini sono ridicoli di fronte al magna magna di decenni e decenni.
Detto questo, una cosa mi colpì del rapporto consegnato dal prefetto Gabrielli al ministro Alfano nello scorso mese di luglio, un’espressione ripetuta di continuo relativa a Marino, che più o meno era così «non si è reso conto». Cioè il problema non era eventualmente una sua collusione vicina o lontana con Mafia capitale ma una sua estraneità che diveniva “non rendersi conto”. Questa è la colpa che ascrivo oggi al sindaco Marziano, non si è reso conto “troppo”. Questo ha reso persino impossibile sostenerlo fino in fondo, perché il suo non rendersi conto, figlio di una estraneità/ingenuità/incapacità, si è trasformato in una serie di grossolani errori che metteranno fine a tutto quel che di buono aveva messo in campo.
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