Una mostra fotografica a sostegno dell'agricoltura sostenibile e in opposizione al sistema fallimentare dell'agricoltura industriale, basato su monocolture, OGM e impiego massiccio di sostanze chimiche.
Le venti immagini in mostra sono l’accurata selezione di un progetto più ampio commissionato da Greenpeace a Peter Caton, fotografo di caratura internazionale, per documentare le diverse realtà dell’agricoltura sostenibile in sei Paesi del mondo (Brasile, Cina, Kenya, Francia, California, Cambogia). Canton ha ritratto soprattutto piccoli agricoltori che ogni giorno con il loro lavoro sfamano il Pianeta producendo il 70 per cento del cibo consumato a livello globale.
«Viviamo in un sistema malato di produzione del cibo, basato sull’agricoltura industriale. La maggior parte di noi non sa da dove proviene il cibo che consuma, chi lo coltiva o quali sostanze pericolose contiene. (...) Un sistema controllato da grandi aziende il cui unico interesse è il profitto, che non si preoccupano delle implicazioni sanitarie di lungo termine, della sicurezza alimentare e dell’ambiente».
«Le fotografie di Peter Canton mostrano il volto più umano dell’agricoltura, in contrapposizione al sistema attuale, anonimo e industrializzato. Vorremmo che le scene di vita che abbiamo raccolto in questa mostra potessero avvicinare le persone a questa realtà bellissima e in pericolo, da cui per troppo tempo ci siamo allontanati. Tutti possiamo diventare parte del cambiamento», conclude Ferrario.
La mostra è allestita all’aperto dal 15 al 29 ottobre, in una zona pedonale del centro di Milano (Corso Vittorio Emanuele, adiacente a piazza San Carlo), e per l'illuminazione delle strutture vengono impiegati dei pannelli solari.
All'agricoltura sostenibile dedichiamo la copertine del numero di Left in edicola (e su sfogliatore online qui).
Oltre al tema del cibo vede scritti di Nadia Urbinati, Ascanio Celestini, Stefano Fassina e interviste con il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l'attrice Giulia Elettra Gorietti. Qui il sommario
Una mostra fotografica a sostegno dell’agricoltura sostenibile e in opposizione al sistema fallimentare dell’agricoltura industriale, basato su monocolture, OGM e impiego massiccio di sostanze chimiche.
Le venti immagini in mostra sono l’accurata selezione di un progetto più ampio commissionato da Greenpeace a Peter Caton, fotografo di caratura internazionale, per documentare le diverse realtà dell’agricoltura sostenibile in sei Paesi del mondo (Brasile, Cina, Kenya, Francia, California, Cambogia). Canton ha ritratto soprattutto piccoli agricoltori che ogni giorno con il loro lavoro sfamano il Pianeta producendo il 70 per cento del cibo consumato a livello globale.
«Viviamo in un sistema malato di produzione del cibo, basato sull’agricoltura industriale. La maggior parte di noi non sa da dove proviene il cibo che consuma, chi lo coltiva o quali sostanze pericolose contiene. (…) Un sistema controllato da grandi aziende il cui unico interesse è il profitto, che non si preoccupano delle implicazioni sanitarie di lungo termine, della sicurezza alimentare e dell’ambiente».
«Le fotografie di Peter Canton mostrano il volto più umano dell’agricoltura, in contrapposizione al sistema attuale, anonimo e industrializzato. Vorremmo che le scene di vita che abbiamo raccolto in questa mostra potessero avvicinare le persone a questa realtà bellissima e in pericolo, da cui per troppo tempo ci siamo allontanati. Tutti possiamo diventare parte del cambiamento», conclude Ferrario.
La mostra è allestita all’aperto dal 15 al 29 ottobre, in una zona pedonale del centro di Milano (Corso Vittorio Emanuele, adiacente a piazza San Carlo), e per l’illuminazione delle strutture vengono impiegati dei pannelli solari.
All’agricoltura sostenibile dedichiamo la copertine del numero di Left in edicola (e su sfogliatore online qui).
Oltre al tema del cibo vede scritti di Nadia Urbinati, Ascanio Celestini, Stefano Fassina e interviste con il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l’attrice Giulia Elettra Gorietti. Qui il sommario