Barbara Abdeni Massad, fotografa libanese ha portato pasti caldi in un campo profughi della Beekaa per tutto lo scorso inverno. Poi ha pensato a un progetto più ambizioso, raccogliendo star della cucina e chiedendo loro di donare una ricetta

Una zuppa per i rifugiati, ma non nel senso di pasto caldo. Un libro di zuppe, Soup for Syria. L’idea di raccogliere decine di ricette (80) da chef di fama internazionale e pubblicare un libro e donare i fondi al lavoro di assistenza dei rifugiati siriani è venuta a Barbara Abdeni Massad, fotografa e autrice libanese, che nei mesi scorsi ha osservato la nascita e la crescita di un campo profughi nella valle della Beekaa. Per tutto l’inverno scorso ha passato i fine settimana a cucinare pasti caldi per una cinquantina di famiglie, andandoli a distribuire  nel campo dove oggi vive mezzo milione di persone.

Poi le è venuta l’idea del libro e, coinvolgendo l’editore e mettendosi al lavoro ha radunato grandi firme della cucina internazionale, specie quelle almeno un po’ impegnate. Tra queste Alice Waters, la chef che ha portato il chilometro 0 negli Stati Uniti (e oggi vicepresidente di Slow Food Usa), l’israeliano Yotam Ottolenghi e il palestinese Sami Tamimi, il cui libro a quattro mani “Jerusalem”, è stato un successo editoriale planetario, lo chef americano Anthony Bourdain e il cuoco/critico/giornalista del New York Times, Mark Bittman. Tra le ricette anche alcune provenienti da sotto le bombe, come quella della zuppa di lenticchie rosse dell’architetto di Aleppo Haziz Allaj.

Tutti gli incassi delle vendite del volume andranno tutti ad Unhcr e delle spese di stampa e distribuzione si sono fatti carico gli editori: Interlink negli Usa e Pavillon e Guardian Bookshop per la Gran Bretagna. Il progetto prevede di raccogliere fondi anche organizzando e promuovendo l’organizzazione di cene collettive in “case, chiese, sinagoghe, moschee, biblioteche scuole o qualsiasi altra organizzazione”. Chissà che qualcuno non si decida a tradurre il libro anche in Italia.

Qui sotto abbiamo tradotto la ricetta della zuppa di finocchi dello chef australiano-libanese Greg Malouf

soup

(6-8 persone)
60ml di olio extravergine di oliva
2 cipolle affettate,
2 piccoli spicchi d’aglio, tritate grossolanamente
2 porri, tagliati e tritate grossolanamente
3 grandi finocchi affettati,
2 patate sbucciate e tagliate a dadini,

1,5 litri di brodo di pollo
Stecca di cannella 1
Buccia di ½ limone
½ cucchiaino di pimento
2 foglie di alloro
Sale e pepe nero, a piacere
2 tuorli d’uovo
Panna 120ml
Succo di 2 limoni

1 cucchiaino di cannella in polvere e 3 cucchiai di prezzemolo fresco, per guarnire

Scaldate l’olio e fate soffriggere cipolle, aglio, porri e finocchi per qualche minuto. Aggiungete le patate, il brodo, la stecca di cannella, buccia di limone, pimento e foglie di alloro. Portare a ebollizione, poi lasciate cuocere dolcemente per 20 minuti. Rimuovere la cannella, limone e alloro, e la stagione. In una ciotola a parte, sbattere i tuorli d’uovo e la panna, poi mescolare in un grande cucchiaio di zuppa. Frullare bene, poi punta nella minestra. Lentamente ritornare la zuppa appena al di sotto bollente, mescolando. Togliere dal fuoco e regolare il condimento con sale, pepe e succo di limone. Drizzle ogni ciotola con olio e cospargere con cannella e prezzemolo.