La più grande catena di negozi d'America è stata sommersa di mail e proteste sui social network e ha deciso di ritirare il costume dal commercio. Mesi fa era stata la volta di una torta con la bandiera nera dell'Isis

Chi non vorrebbe terrorizzare tutto il vicinato la notte di Halloween, mandando il proprio figlio a fare “dolcetto o scherzetto” con un paurosissimo costume da piccolo soldato israeliano?
Da Walmart, una delle più grandi catene di negozi al dettaglio statunitensi, si può. O meglio, si poteva. Il controverso outfit è stato talmente criticato, sui social network e da moltissime associazioni in Usa, che Walmart ha dovuto bloccarne la vendita.

 

Il costume da soldatino israeliano comprendeva una completo militare, una giacca con la sigla delle forze di difesa israeliane (IDF), una cintura porta munizioni, il cappello rosso dell’esercito israeliano e una mitraglietta giocattolo, somigliante in tutto e per tutto al. E veniva venduto a saldo a solo $ 27,44. La descrizione sul sito web riportava anche un attraente motto per invogliare il genitore indeciso: «E’ tempo di Halloween, rendi perfetto il completo di tuo figlio con questo costume».

La denuncia nei confronti del negozio è arrivata dalla Commissione Anti-Discriminazione arabo-americana (ADC), che ha richiesto l’interruzione immediata della vendita dei costumi, sostenendo che il rivenditore offendeva tutta la comunità araba residente in America, soprattutto a seguito della recente escalation di violenza tra israeliani e palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania. «Un costume per bambini che rappresenta un simbolo di paura, violenza e una lunga storia di soprusi non fa ridere nessuno» è scritto nella lettera di denuncia inviata dal gruppo schierato a difesa dei diritti civili. L’Istituto arabo-americano con sede a Washington (AAI) ha descritto il costume come «qualcosa di spaventoso, con cui si è raggiunto un nuovo grado di ignoranza riguardo alla Palestina in America».

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Facebook e Twitter sono stati invasi di commenti indignati sulla vicenda: «Walmart vende costumi di soldati israeliani ai bambini! E’ disgustoso!»; oppure «Ehi Walmart, non ti rendi conto che stai sostenendo l’uccisione di bambini innocenti con questo costume?». Il comico palestinese-americano Amer Zahr ha twittato sul suo profilo: «Così i bambini piccoli verranno a bussare alla mia porta sabato prossimo dicendo: dolcetto o … wow, la vostra casa è bella.. tutti fuori, adesso è mia».

Gli utenti dei social media, facendo ricerche su Walmart, hanno anche individuato un altro prodotto “della vergogna”: il “naso dello sceicco Fagin”, un falso naso che si aggancia al viso e prende il nome dal cattivo di Oliver Twist di Charles Dickens, utilizzato come accessorio per un costume di Halloween. Il paradosso è che in questo caso Fagin l’ebreo era usato come rappresentazione di un arabo. Il finto naso venduto per $ 6,80 è ancora disponibile su Amazon, che gli ha cambiato nome in “il naso del Sultano”.

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La multinazionale aveva già venduto prodotti ritenuti offensivi per il popolo arabo, come un costume di Bin Laden per Halloween o una torta ispirata all’Isis con scritte in arabo sopra. Walmart si scusò per l’errore affermando che un socio in un negozio locale non sapeva cosa significasse e fece semplicemente quello che il cliente aveva richiesto. «La torta non avrebbe dovuto essere fatta e ci scusiamo» dissero ad ABC News. Nel 2014 l’ira della rete si era scatenata contro i “fat girl costumes” costumi come gli altri ma concepiti per le ragazze grasse.

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Matteo Stiffler, professore di studi arabi presso l’Università del Michigan, ha detto al Middle East Time che non è mai opportuno rappresentare un’altra cultura durante la tradizionale festa di Halloween: i costumi di Halloween sono fatti per essere spaventosi, divertenti o sexy. «Se applichi una di queste etichette ad un’etnia o a una religione stai distorcendo la realtà e creando un precedente pericoloso». Il professore ha però deciso di controbattere, inventando un’interessante iniziativa: ha chiesto ai suoi studenti di creare costumi di altre culture e religioni, per vedere quali sono i pregiudizi legati ai vari gruppi etnici.