Dal 5 all'8 novembre, in Val Susa, si terrà la sessione conclusiva del Tribunale dei popoli su grandi opere e diritti fondamentali dei cittadini e delle comunità locali. Non solo NoTav, ma anche realtà d'Italia e d'Europa

«Le popolazioni devono essere consultate prima di interventi statali o privati che modificano l’ambiente in cui vivono, e che possono incidere sulla loro salute e sul loro modo di vivere. Non farlo è una grave violazione del diritto degli esseri umani a una vita degna», scrive il giornalista e scrittore uruguaiano Raul Zibechi in uno dei tanti messaggi di sostegno al Tribunale Permanente dei Popoli dedicata a Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere. Per rivendicare questo diritto, in Val Susa, dal 5 all’8 novembre si terrà la sessione conclusiva del Tpp su grandi opere e diritti fondamentali dei cittadini e delle comunità locali (per leggere il programma dettagliato potete cliccare qui).

L’accusa

Dal Tav al Mose, dal Muos a Notre Dame des Landes. Sul banco degli imputati del Tribunale permanente dei popoli (Tpp) ci sono le grandi opere d’Italia e d’Europa, «espressione di una politica che nega diritti e cancella spazi di democrazia», dicono i promotori: «I cittadini europei sono vittime delle politiche neocoloniali dei loro governi e delle grandi lobby economiche e finanziarie». Erede del Tribunale Russell – l’organismo indipendente e non ufficiale fondato da Bertrand Russell e Jean-Paul Sartre nel novembre 1966 per indagare sui crimini commessi dall’esercito statunitense nella guerra del Vietnam – il Tpp indaga sulla violazione dei diritti fondamentali di una intera comunità, costretta a difendersi da governi e grandi lobby.

volantino Tpp in ValSusa

 

Le tappe del percorso

Il cammino ha inizio l’8 aprile del 2014, quando il Controsservatorio Valsusa presenta un esposto (qui il testo dell’esposto) al Tpp denunciando la violazione di diritti fondamentali dei cittadini e della comunità della Valsusa in relazione al progetto della linea Tav Torino-Lione. 
L’esposto porta anche le firme del presidente e del vicepresidente della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone e di numerosi sindaci e amministratori locali. E il sostegno del movimento NoTav, migliaia di cittadini si esprimono favorevolmente alla resistenza che da 25 anni coinvolge la Valsusa. Cinque mesi dopo, il 20 settembre 2014, il Tpp accoglie l’esposto e, di più, apre una specifica sessione dedicata ai Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere (qui la risposta del Tpp). 
E sotto esame non c’è solo la Tav, ma anche altre realtà italiane e non solo: Mose, Sottoattraversamento Av di Firenza, Muos, Notre Dame des Landes, le testimonianze sudamericane di Ernesto Cardenal dal Nicaragua, di Mons. Raul Vera e Gustavo Esteva dal Messico, Flavio Valente dal Brasile
. Altri sei mesi e, il 14 Marzo 2015, a Torino si inaugura la sessione del Tpp. In una gremita Aula magna, l’Università ospita il movimento NoTav che per la prima volta salta il banco degli imputati e passa a quello dell’accusa. In questi giorni, dal 5 all’8 novembre è in corso la sessione conclusiva. La giuria (qui la composizione della giuria) è composta da giudici provenienti da provenienti da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Cile e Colombia. La “sentenza” verrà pronunciata domenica 8 e, data l’autorevolezza e il peso del Tpp (qui alcune info sul Tribunale dei popoli ), stavolta le ragioni dei NoTav non potranno rimanere inascoltate.

È possibile seguire la diretta, con gli aggiornamenti e gli atti prodotti sul sito Controsservatoriovalsusa.org

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