L’unità raggiunta durante lo sciopero del 5 maggio ormai è un ricordo. Contro la Buona scuola allora scesero in piazza oltre 600mila insegnanti: un evento storico, mai accaduto nemmeno durante la mobilitazione contro la riforma Gelmini. Un fronte compatto, anche a livello sindacale. Domani, 13 novembre, invece, a protestare contro quella che ormai è la legge 107/2015 non ci saranno le maggiori sigle sindacali, la Cgil, Cisl e Uil e anche Gilda e Snals. All’indomani dell’assunzione a ruolo degli oltre 48mila docenti precari della fase C – è accaduto il 10 novembre -, la protesta è portata avanti dai sindacati di base come i Cobas e Unicobas, dall’Anief, da Mida e Adida, e anche da tante associazioni e comitati che sono fioriti durante l’anno di contestazione alla Buona scuola, come Illumin’Italia o i Partigiani della scuola pubblica. Ha aderito anche il comitato nazionale Lip scuola che sta preparando il secondo appuntamento nazionale dopo l’assemblea di Bologna del 6 settembre: a Roma, il 29 novembre, presso l’Istituto Galilei, (Via Conte Verde 51), dalle ore 10 alle ore 18.00 si discuterà su un ordine del giorno che verte, da una parte, sul prosieguo della mobilitazione contro la legge 107/15 e dall’altra sulle novità sul percorso referendario per l’abrogazione della Buona scuola.
Accuse ai sindacati Cgil, Cisl, Uuil, Gilda e Snals
Nell’appello firmato da Cobas e Unicobas per lo sciopero del 13 novembre che riguarda sia il personale docente che Ata, si denuncia «il palese tradimento di quelle cinque organizzazioni sindacali firmatarie di contratto che, pur avendo promesso a luglio “scioperi di inizio anno” , a tutt’oggi non hanno saputo produrre altro che autoreferenziali assemblee chiuse al sindacalismo di base, innocue passeggiate del sabato sera…». Come si vede, il tono è abbastanza polemico. La Cgil intanto, prepara la mobilitazione della scuola nell’ambito della manifestazione nazionale per il pubblico impiego fissata a Roma per il 28 novembre. Va detto che a questa iniziativa aderiscono anche Cisl, Uil, Gilda e Snals. E anche il Comitato Lip che dà il pieno sostegno anche allo sciopero del pubblico impiego indetto da Usb per il 20 novembre. Insomma, invece di una manifestazione unitaria, la protesta viene diluita in uno stillicidio di proteste.
A Roma manifestazione “statica”
Domani 13 novembre poi probabilmente salterà anche il corteo, perché come fa sapere Stefano D’Errico, segretario nazionale di Unicobas sulla sua pagina Fb, poiché i cortei sono consentiti nella capitale solo il fine settimana, “in questa situazione abbiamo chiesto l’autorizzazione per una manifestazione statica in Piazza dell’Esquilino, non distante dalla stazione Termini. Poi – continua D’Errico – se la Questura ce lo consentirà formeremo un corteo attraverso via Cavour e Fori Imperiali e conclusione in Piazza SS Apostoli”.
Quali sono i punti della legge 107 che vengono contestati?
Nel documento Unicobas (qui) La disparità di trattamento ovvero “la palese violazione dei diritti acquisiti, nonché di quelli dei neo-assunti, in materia di titolarità d’istituto e mobilità”. E ancora: “la chiamata diretta e la valutazione impropria in piena violazione della libertà d’insegnamento”. L’alternanza scuola-lavoro che secondo le sigle sindacali “nasconde un vero e proprio ritorno all’avviamento ed all’addestramento professionale”. Le leggi-delega ancora da discutere in Parlamento su temi delicatissimi non toccati dalla legge 107, e cioè tutta la questione della scuola dell’infanzia, la figura dell’insegnante di sostegno, la penalizzazione degli organi della cooperazione educativa come i collegi dei docenti e i Collegi d’istituto, il taglio di 2000 posti sul personale Ata.
La Cgil risponde alla lettera di Renzi
Tutti i docenti assunti a ruolo nella fase C si sono visti arrivare via mail una lettera di congratulazioni da parte del presidente del Consiglio. Ma l’assunzione non è un “regalo” del Governo, è un atto dovuto. Domenico Pantaleo, segretario Flc Cgil lo spiega: “Come al solito il Presidente del Consiglio capovolge la realtà. Il piano straordinario di immissioni in ruolo è sicuramente un fatto positivo rivendicato da anni dal sindacato. La sentenza della Corte di Giustizia Europea ha imposto al Governo di stabilizzare tutto il personale della scuola, docente e Ata, con più di 36 mesi di servizio e sui posti disponibili. In realtà il Governo ha lasciato fuori dai processi di stabilizzazione tutto il personale Ata, 23 mila insegnanti dell’infanzia, le seconde fasce”. La realtà quindi è ben diversa, visto che si tratta di 100mila precari. Quindi secondo la Cgil è falso affermare che si è eliminato il precariato. Infine, dulcis in fundo, il contratto è fermo da sette anni.