A volte quasi quasi davvero riuscivano a farti venire il dubbio che ci credessero a quello che dicevano: a Milano tutti fitti fitti sul “modello Pisapia” fingendo che potesse esistere anche senza di lui, l’attuale sindaco, come se Milano fosse un “modus vivendi”. E così ogni volta che qualcuno timidamente alzava il ditino per fare notare quanto fossero passate diverse ere geologiche dalla prima elezione del sindaco arancione, se qualcuno con il pastello rosso si incaponiva a sottolineare quanto il PD di oggi fosse tutt’altro PD e quanto la sinistra oggi sia così diversa da quella che sull’onda arancione sembrava quasi capace di portare Vendola in cima alle primarie nazionali, insomma, ogni volta che qualcuno ribadiva quello che è sotto gli occhi di tutti veniva additato come “distruttore”, “mistificatore” o peloso pessimista.
E così finisce che siamo arrivati a dicembre e non solo niente è deciso ma Milano di centrosinistra sembra pronta ad implodere intorno all’incapacità di costruire anche solo un fronte locale comune rispetto alla volontà nazionale di Renzi e compagnia cantante. Al supermanager Sala (che non si è accorto delle ruberie dei suoi collaboratori più vicini, ma questo sembra un dettaglio insignificante) si è arrivati a contrapporre al massimo la “vice di Pisapia” di cui non sembra nemmeno necessario scrivere il cognome. Pisapia come brand, quindi, contrapposto al marchio del manager come se fosse uno scontro industriale tra multinazionali della gestione amministrativa. E fa niente se è stato proprio il cuore di Milano e della gestione di questi ultimi anni ad essere il valore aggiunto di una città che è riuscita a risorgere dalle ceneri di una disastrosa parentesi morattiana; anche quelle antiche e partecipatissime primarie che innescarono la vittoria del centrosinistra sembrano un feticcio lontano.
Così tutti impauriti di sembrare quelli che “rompono con il PD” a sinistra sono riusciti nella mirabile impresa di avere “rotto con Milano”. E adesso, per l’ennesima volta, ci si ritrova al massimo a recuperare i cocci. Niente di meglio per spianare la strada all’ennesimo superuomo, commissario o manager che va tanto di moda. Altro che antipolitica.