In attesa di vedere The Hateful Eight, l’ultimo film di Quentin Tarantino, approdare nelle sale italiane il 4 febbraio, mettiamo in fila 8 ossessioni e manie del genio del pulp. L’ultima pellicola del regista di Kill Bill ricostruisce, come i due precedenti, un set storico. Idealmente ci troviamo in Wyoming qualche anno dopo Django Unchained, la Guerra Civile è finita e il Nord ha vinto. Il film a primo impatto è un western, genere adorato da Tarantino, ma finisce per essere anche una sorta di scatola cinese in cui i generi si mescolano passando dal giallo alla "Agatha Christie" all’horror splatter. In ogni caso, nonostante le tre ore di durata, rimarrete con gli occhi incollati allo schermo:

1. Il glorioso 70mm

Il formato utilizzato per girare il film è l’Ultra Panavision 70, che nel mondo del cinema era stato abbandonato da tempo. Usato per l’ultima volta nel 1966 il 70mm usa delle lenti che permettono di ampliare la scena che si fa quasi panoramica. Per Tarantino era la pellicola perfetta per rendere non solo i paesaggi vasti e innevati che fanno da sfondo al film, ma anche per tenere in scena tutti personaggi come se si trattasse di uno spettacolo teatrale. La maggior parte delle riprese infatti avviene nell’emporio di Minnie, ci sono otto personaggi in quella stanza e grazie al 70mm l’inquadratura può essere sempre riempita con tutti e otto gli attori permettendo così allo spettatore di controllarne in ogni momento i movimenti. Per fornire le lenti, che ovviamente non erano più in produzione, Panavision ha tirato fuori dai propri magazzini del materiale straordinario, fra cui le lenti usate nella sequenza della corsa delle bighe di Ben Hur, che, adattate alle moderne macchine da presa, sono finite nuovamente a fare il loro lavoro riprendendo molte scene di The Hateful Eight. panavision 70 tarantino ben hur

2. 8 il numero magico

Per Quentin Tarantino il numero 8 è un vero e proprio numero magico, lo avevamo già notato in film precedenti, come Kill Bill in cui gli scagnozzi di Oren Hi Shi (Lucy Liu) erano appunto gli 88 folli. Qui l’ossessione si moltiplica visto che si tratta dell’ottavo film di tarantino e che il numero magico è ripreso nello stesso titolo della pellicola. Inoltre i personaggi sulla scena, prima dell’inizio di ogni azione, sono sempre 8 o al massimo numeri che sono il doppio o la metà di 8. crazy88

3. Il punto di vista di Sergio

Tarantino è un grandissimo fan di Sergio Leone con i quali è praticamente cresciuto. La sua ammirazione per il regista degli Spaghetti Western è tale che per chiedere una bella inquadratura Quentin è solito chiedere «give me a Leone’s» e descrive alcune delle sue scene più riuscite spiegandole con l’espressione «il punto di vista di Sergio».

4. Io fumo solo Red Apple

La fantasia del regista di Pulp Fiction è talmente fervida che è solito inventarsi anche dei prodotti cult che dissemina per i suoi film. Uno di questi è per esempio il tabacco Red Apple, per il quale Quentin ha disegnato un vero e proprio packaging con tanto di pubblicità. Mia Wallace (Uma Thurman) in Pulp Fiction fuma sigarette Red Apple, al suo arrivo all’aereoporto in Giappone la sposa Beatrik Kiddo di Kill Bill 1, passa di fronte a un manifesto pubblicitario delle Red Apple e lo storico marchio lo ritroviamo anche in The Hateful Eight. Citato e ricitato dai protagonisti in una sorta di finto product placement. Sigarette-Red-Apple

5. L’unico film che ha terrorizzato Tarantino

Quentin sembrerebbe un tipo difficile da impressionare visto che è famoso per essere un amante delle scene violente dove non mancano sangue e botte pesanti, eppure un film che lo ha impressionato c’è. Stenterete a crederci, ma si tratta di Bambi, sì, proprio il cerbiatto della Disney.

6. Dietro le sbarre

Tarantino ha passato 10 giorni in cella nel carcere di Los Angeles. Il motivo? Non aveva pagato oltre 7 mila dollari di multe per divieto di sosta. A 15 anni invece fu arrestato per aver rubato un libro di Elmore Leonard, autore del romanzo Jackie Brown da cui prese poi ispirazione per l’omonimo film del 1997 con la mitica Pam Grier.

7. Edwige Fenech musa ispiratrice

Tutti conoscono la passione di Tarantino per i B-Movie fra questi rientrano anche i film dell’attrice Edwige Fenech che a detta dello stesso regista sarebbe per lui una vera e propria musa ispiratrice. Addirittura nel 2013, durante il festival di Venezia, si era vociferato di un progetto che doveva iniziare le riprese nel 2014 "Four rooms in Italy”, nel cast oltre alla Fenech ci sarebbe dovuto essere anche l’altro volto della commedia sexy e trash all’italiana: Lino Banfi. tarantino fenech

8. Gli studi

Tarantino non ha mai terminato le scuole superiori, il suo quoziente intellettivo è di 160, quanto basta per definirlo un vero e proprio genio e un talento naturale, tanto che a chi gli chiede se ha frequentato una scuola da cinema per imparare a fare il regista risponde, irriverente: «No, sono andato al cinema»  

>> Gallery | I film di Tarantino illustrati

L’artista e graphic designer londinese Sharm Murugiah ha omaggiato i film del regista illustrando le copertine delle sceneggiature di Tarantino edite dalla storica Penguin. Ecco il risultato in una gallery: tarantino illustrato Schermata 2016-01-29 alle 11.56.42 Schermata 2016-01-29 alle 11.56.49 Schermata 2016-01-29 alle 11.56.58 Schermata 2016-01-29 alle 11.57.07 Schermata 2016-01-29 alle 11.57.16 Schermata 2016-01-29 alle 11.57.25 Schermata 2016-01-29 alle 11.57.33  

In attesa di vedere The Hateful Eight, l’ultimo film di Quentin Tarantino, approdare nelle sale italiane il 4 febbraio, mettiamo in fila 8 ossessioni e manie del genio del pulp. L’ultima pellicola del regista di Kill Bill ricostruisce, come i due precedenti, un set storico. Idealmente ci troviamo in Wyoming qualche anno dopo Django Unchained, la Guerra Civile è finita e il Nord ha vinto. Il film a primo impatto è un western, genere adorato da Tarantino, ma finisce per essere anche una sorta di scatola cinese in cui i generi si mescolano passando dal giallo alla “Agatha Christie” all’horror splatter. In ogni caso, nonostante le tre ore di durata, rimarrete con gli occhi incollati allo schermo:

1. Il glorioso 70mm

Il formato utilizzato per girare il film è l’Ultra Panavision 70, che nel mondo del cinema era stato abbandonato da tempo. Usato per l’ultima volta nel 1966 il 70mm usa delle lenti che permettono di ampliare la scena che si fa quasi panoramica. Per Tarantino era la pellicola perfetta per rendere non solo i paesaggi vasti e innevati che fanno da sfondo al film, ma anche per tenere in scena tutti personaggi come se si trattasse di uno spettacolo teatrale. La maggior parte delle riprese infatti avviene nell’emporio di Minnie, ci sono otto personaggi in quella stanza e grazie al 70mm l’inquadratura può essere sempre riempita con tutti e otto gli attori permettendo così allo spettatore di controllarne in ogni momento i movimenti. Per fornire le lenti, che ovviamente non erano più in produzione, Panavision ha tirato fuori dai propri magazzini del materiale straordinario, fra cui le lenti usate nella sequenza della corsa delle bighe di Ben Hur, che, adattate alle moderne macchine da presa, sono finite nuovamente a fare il loro lavoro riprendendo molte scene di The Hateful Eight.

panavision 70 tarantino ben hur

2. 8 il numero magico

Per Quentin Tarantino il numero 8 è un vero e proprio numero magico, lo avevamo già notato in film precedenti, come Kill Bill in cui gli scagnozzi di Oren Hi Shi (Lucy Liu) erano appunto gli 88 folli. Qui l’ossessione si moltiplica visto che si tratta dell’ottavo film di tarantino e che il numero magico è ripreso nello stesso titolo della pellicola. Inoltre i personaggi sulla scena, prima dell’inizio di ogni azione, sono sempre 8 o al massimo numeri che sono il doppio o la metà di 8.

crazy88

3. Il punto di vista di Sergio

Tarantino è un grandissimo fan di Sergio Leone con i quali è praticamente cresciuto. La sua ammirazione per il regista degli Spaghetti Western è tale che per chiedere una bella inquadratura Quentin è solito chiedere «give me a Leone’s» e descrive alcune delle sue scene più riuscite spiegandole con l’espressione «il punto di vista di Sergio».

4. Io fumo solo Red Apple

La fantasia del regista di Pulp Fiction è talmente fervida che è solito inventarsi anche dei prodotti cult che dissemina per i suoi film. Uno di questi è per esempio il tabacco Red Apple, per il quale Quentin ha disegnato un vero e proprio packaging con tanto di pubblicità. Mia Wallace (Uma Thurman) in Pulp Fiction fuma sigarette Red Apple, al suo arrivo all’aereoporto in Giappone la sposa Beatrik Kiddo di Kill Bill 1, passa di fronte a un manifesto pubblicitario delle Red Apple e lo storico marchio lo ritroviamo anche in The Hateful Eight. Citato e ricitato dai protagonisti in una sorta di finto product placement.

Sigarette-Red-Apple

5. L’unico film che ha terrorizzato Tarantino

Quentin sembrerebbe un tipo difficile da impressionare visto che è famoso per essere un amante delle scene violente dove non mancano sangue e botte pesanti, eppure un film che lo ha impressionato c’è. Stenterete a crederci, ma si tratta di Bambi, sì, proprio il cerbiatto della Disney.

6. Dietro le sbarre

Tarantino ha passato 10 giorni in cella nel carcere di Los Angeles. Il motivo? Non aveva pagato oltre 7 mila dollari di multe per divieto di sosta. A 15 anni invece fu arrestato per aver rubato un libro di Elmore Leonard, autore del romanzo Jackie Brown da cui prese poi ispirazione per l’omonimo film del 1997 con la mitica Pam Grier.

7. Edwige Fenech musa ispiratrice

Tutti conoscono la passione di Tarantino per i B-Movie fra questi rientrano anche i film dell’attrice Edwige Fenech che a detta dello stesso regista sarebbe per lui una vera e propria musa ispiratrice. Addirittura nel 2013, durante il festival di Venezia, si era vociferato di un progetto che doveva iniziare le riprese nel 2014 “Four rooms in Italy”, nel cast oltre alla Fenech ci sarebbe dovuto essere anche l’altro volto della commedia sexy e trash all’italiana: Lino Banfi.

tarantino fenech

8. Gli studi

Tarantino non ha mai terminato le scuole superiori, il suo quoziente intellettivo è di 160, quanto basta per definirlo un vero e proprio genio e un talento naturale, tanto che a chi gli chiede se ha frequentato una scuola da cinema per imparare a fare il regista risponde, irriverente: «No, sono andato al cinema»

 

>> Gallery | I film di Tarantino illustrati

L’artista e graphic designer londinese Sharm Murugiah ha omaggiato i film del regista illustrando le copertine delle sceneggiature di Tarantino edite dalla storica Penguin. Ecco il risultato in una gallery:

tarantino illustrato

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