Il nuovo video della band nemica giurata di Putin se la prende con il procuratore che ha incriminato le tre componenti per il concerto nella cattedrale del Cristo Salvatore. E accusa il sistema penale

«Guido la guerra contro la corruzione, anzi, per essere precisi, guido la corruzione». L’ultimo video delle Pussy Riot, più famose per le loro performance a sorpresa e per i loro metodi situazionisti anti-Putin che per le loro canzoni, è online. Stavolta le ragazze russe se la prendono con il procuratore capo russo Yuri Chaika, che le ha incriminate nel 2012 dopo il concerto nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. Due delle tre Pussy Riot passarono più di un anno in carcere, per poi essere liberate con l’amnistia in occasione delle Olimpiadi invernali di Sochi. Chaika è stato accusato di corruzione e suo figlio viene collegato alla proprietà di ville di lusso in Svizzera e Grecia, assieme alla moglie del vice-procuratore capo. Le accuse vengono da Alexey Navalny, oppositore che denuncia la corruzione del Paese (l’intervista video di The Guardian, in inglese, qui sotto). Nel video si rappresentano in maniera sarcastica i trattamenti nei confronti dei prigionieri.

«Siate umili, imparare ad obbedire, non curatevi delle cose materiali…figliolo non preoccuparti delle cose materiali, sii fedele a Putin…se vuoi passarla liscia anche se commetti un omicidio, sii sempre fedele al capo» è un passaggio del testo.

Qui sotto un video del Guardian sulla corruzione in Russia