Alle prese con il ricatto turco sulle frontiere, tradita da Orban e dal blocco dell’Est, la Cancelliera deve fare i conti anche con le elezioni in tre Länder. E qualche amico le volta già le spalle

Non poteva immaginare un momento peggiore, per elezioni importanti come le regionali del 13 marzo, Angela Merkel. All’estero come in casa, la Cancelliera vive un momento di grande difficoltà. Isolata dai suoi alleati storici, è costretta a stringere alleanze inedite per uscire dall’angolo. A Bruxelles si vocifera addirittura che il vertice Ue, rimandato dopo gli attentati di Istanbul, sia stato calendarizzato pochi giorni prima delle elezioni regionali proprio per mettere in difficoltà lei e il suo partito. Che sia vero o no, su una cosa la stampa tedesca è unanime: l’esito di queste elezioni segnerà il destino politico di Frau Merkel, tanto in Germania quanto in Europa. La portata della sconfitta elettorale potrebbe prefigurare perfino una sua uscita di scena con ripercussioni a livello europeo. E in un momento in cui l’Unione è più debole che mai, il ritiro di una figura come la sua non sarebbe indolore.

La questione che tiene banco sul fronte interno come sul fronte europeo è la Flüchtlingspolitik, la politica in materia di rifugiati e richiedenti asilo. Dopo lo slancio ottimista di fine agosto, il motto “wir schaffen das” (“ce la possiamo fare”) è stato archiviato a metà dicembre con la promessa che il numero dei rifugiati si sarebbe drasticamente ridotto nel 2016. Ora, la sfida elettorale della Merkel si gioca tutta in questa promessa. Se il vertice Ue riuscirà a convincere l’opinione pubblica tedesca che le cose stanno effettivamente cambiando, che il numero dei richiedenti asilo è destinato a ridursi, la Cancelliera ha qualche speranza di non perdere le elezioni.
Al momento, i sondaggi danno la Cdu in calo rispetto alle elezioni del 2012 in tutte e tre le regioni in cui si voterà. Anche lì dove sognava di strappare il governo della regione alla Spd, come in Rheinland-Pfalz, o dove la Cdu era il primo partito, come in Baden-Württemberg. Ma il vero terremoto è atteso a est, in Sassonia, dove il partito xenofobo AfD, totalmente contrario alla politica sui rifugiati della Cancelliera, è dato addirittura al 19 per cento.
Meno drastica sull’esito delle elezioni e del futuro di Angela, è l’opinione di Matthias Krupa, Die Zeit: «La situazione della politica interna tedesca viene spesso drammatizzata. Finora non c’è nessun serio antagonista alla Merkel e per quanto lei si trovi nel momento più difficile della sua cancelleria, non è prossima alla caduta. Nemmeno nelle elezioni di domenica». […]


 

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