Scatta qualcosa nelle madri che non si arrendono alla morte di un figlio che è chimica mischiata con le stelle. Se vi è capitato di incrociare gli occhi di una madre sopravvissuta ad un suo figlio forse avete provato quello sguardo che ti si ficca nell’esofago, arrampicandosi poi nel cervello. La madre di Giulio ieri, in un Senato che si sforzava di restare pettinato di fronte a così tanto dolore, ha vissuto una lezione di forza, etica, coraggio, intelligenza e umanità che rimbomberà per un bel pezzo.
È riuscita, Paola con il marito Claudio, a restituire alla politica i connotati umani che hanno sbriciolato a suo figlio, dando alle bugie la forma delle bugie senza esitazioni o sotterfugi, spogliando la verità di tutti gli ammennicoli che hanno cercato di servirci, pretendendo una forza e un’etica che forse questa politica non sa nemmeno chiamare per nome. Quello che avrebbe rischiato di passare per una lagna funebre ieri è stata une delle lezioni più alte della nostra Repubblica: raramente un discorso così schietto ha sfidato i potenti senza ricatti, puntato l’indice senza mediazioni.
Le veline, i depistaggi, quei marci sorrisi furbi sono stati spazzati dalla parola certificata di una madre: il suo dolore è il timbro, il suo racconto è l’unica autopsia a cui crediamo. E oggi, a riascoltarne le parole, viene da sorridere a pensare quanto Al-Sisi sia in mutande, senza gingilli militari, sputtanato senza bisogno di bombe o polvere da sparo.
È il giullare così autentico e forte pur piccolo che sbriciola il potere che ha bisogno di essere prepotente per governare perché non ne è capace semplicemente osservando le regole. È l’onore di polistirolo che mostra tutta la sua vigliaccheria. È la grandezza delle persone che schiaccia le pessime personalità. Hanno fatto più politica estera quei due genitori senza figlio che un governo di incravattati.
Buon mercoledì.