Mi sembra molto lontano il tempo in cui Giulio Andreotti,con aria sorniona, diceva “Il potere logora chi non ce l’ha”. Oggi logora, e come se logora! Mi è capitato di vedere da vicino candidati alla candidatura presidenziale negli Stati Uniti ormai stravolti, con il sorriso immobile sul viso, essiccati, che rispondevano alle domande come il cane di Pavlov.
Credo che non debba essere meno dura per il nostro premier, impegnato da 30 mesi in una ininterrotta campagna elettorale, con un avversario da spianare per settimana, circondato da adulatori interessati, collaboratori improvvisati e da postulanti d’ogni sorta. Penso che sia bravissimo, Renzi. Ammiro la sua tenuta. La reazione d’istinto, con cui ha scaricato la Guidi, mostra ancora buoni riflessi.
Però temo il logoramento stia calando inesorabile anche su di lui. Oggi lo scrivevano, sia pure in modo cauto e forbito, i principali commentatori, Franco, Folli, Magri. Quanto a me ormai da settimane lo vedo che cerca l’applauso, che vuol piacere e non ci riesce e perciò ripete la solita battuta consunta, “Roma risorgerà più bella che pria!”, Petrolini.
Così oggi ha ripetuto ancora: “Per l’Italia Marchionne ha fatto più di certi sindacalisti”. Nessuno che gli chieda cosa mai abbia fatto Marchionne per l’Italia. Si sa che ha trasformato un’azienda che si chiamava Fabbrica Italiana Automobili nella FCA, ente di diritto olandese con domicilio fiscale nel Regno Unito e il cuore produttivo a Detroit.E poi?
Mi pare che Renzi, come il vecchio Calvero, non senta più il suo pubblico. Stava a far jogging a Chicago e gli han detto che la disoccupazione è risalita sia pur di poco. Si preparava a incontrare Obama e gli hanno detto che il suo governo era coinvolto in un affare di petrolio. E che gli racconto io, deve aver pensato? Che è meglio Marchionne di Landini, che le trivelle fanno bene all’ecosistema, al turismo e valorizzano pure il patrimonio archeologico. Lo capisco, un premier super logorato, non può che ripetere le sue ossessioni: per Berlusconi erano “i comunisti e i magistrati” per Renzi “i gufi e i sindacalisti”.
Ma così rischia di arrivare bolso e stonato al giudizio di Dio, che ha costruito con il secondo turno dell’Italicum. A meno che non arrivi la Terry di Calvero, a dargli un momento di gioia vera non quella che il potere ti stampa sul viso ma strappa dal cuore.