L'Alliance for peace and freedom riunisce le formazioni di matrice e ispirazione neofascista e antisemita. Tra i membri, Forza Nuova e Alba Dorata. A capo, Roberto Fiore. Il Parlamento europeo ha finanziato le loro casse con 600mila euro, per l'anno 2016. Ma la decisione può essere ancora bloccata

Dentro ci sono i negazionisti e i sostenitori della supremazia bianca. Alliance for peace and freedom è il coordinamento paneuropeo che riunisce le formazioni di matrice e ispirazione neofascista e antisemita. Sono dieci i membri dell’allenza, tra cui gli italiani di Forza Nuova e i greci di Alba Dorata. A capo, il forzanovista italiano Roberto Fiore. Il Parlamento europeo ha deciso di finanziare le casse della loro fondazione con 600mila euro, per l’anno 2016. Un finanziamento che l’Europarlamento eroga ogni anno a partiti e fondazioni che hanno un raggio d’azione europeo. Così ripartiti: 197.625 euro andranno ai tedeschi dell’Europa Terra Nostra, (Afp), che si vanno a sommare a un altro finanziamento, quello per i partiti europei, da 400mila euro. Totale, appunto, quasi 600mila euro.

Roberto Fiore, leader di Forza Nuova e presidente di Afp
Roberto Fiore, leader di Forza Nuova e presidente di Afp

Chi sono i membri di Afb
Presidente è l’italiano Roberto Fiore, (una sua breve biografia, potete leggerla cliccando qui). Segretario generale è lo svedese Stefan Jacobsson, leader dell’ex partito neonazista svedese e convinto militante e sostenitore della supremazia bianca. Poi, dell’Afp fanno parte anche il belga Hervé Van Laethem (più volte condannato dalla giustizia belga per razzismo e fiero sostenitore della libertà di espressione per il negazionismo); i tre membri del partito neonazista greco, Alba Dorata che siedono al Parlamento europeo e i membri del Partito Nazionaldemocratico di Germania, anch’esso neonazista (al punto che 5 governatori della Repubblica Federale hanno presentato alla Corte costituzionale tedesca la richiesta di metterlo fuori legge).

 

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militanti di Alba Dorata

Un finanziamento fuorilegge
Chi riceve un finanziamento – partito o fondazione che sia – deve rispettare i principi di «libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani, libertà fondamentali e stato di diritto». Così è previsto dalla normativa sui finanziamenti Ue ai partiti europei. Poi, nel 2014, Bruxelles ha approvato nuove regole sui criteri per finanziare partiti politici e fondazioni, che entreranno in vigore da gennaio 2017, aggiungendo un «prerequisito» – così recita il testo – che è il «rispetto per i valori europei» sanciti dall’articolo 2 dei Trattati».
Ha tenuto conto di questo il Bureau, il massimo organo decisionale amministrativo del Parlamento, composto dal presidente Martin Schulz, 14 vice presidenti (tra i quali gli italiani Antonio Tajani e David Sassoli) e cinque questori?

Il Parlamento europeo, difende il suo operato, sostenendo che sul sito internet di Afp «non c’è nulla che sia contro l’Europa, la libertà o la democrazia». E aggiungono: «Non possiamo metterci a valutare le dichiarazioni dei singoli componenti di un partito». Ma gli eurodeputati hanno una possibilità per bloccare la decisione: un quarto di loro, in rappresentanza di almeno tre gruppi parlamentari, può chiedere che l’erogazione venga sottoposta a un controllo di applicabilità in casi come questo. Adesso, a chiedere una verifica delle procedure sono David Sassoli (che pure è membro del Bureau e ha votato a favore dello stanziamento). E altri due italiani che annunciano battahlia contro quella che hanno definito una «vergogna»: Sergio Cofferati e Curzio Maltese. Persino il popolare Manfred Weber (Ppe) – che non ha esitato a descrivere i membri dell’Afp «i peggiori radicali della destra e neo-fascisti» – e il liberale Frederik Federley – che ha definito il finanziamento in questione «totalmente inaccettabile».