Come funziona il mercato discografico? Una domanda, infinite risposte. Soprattutto dopo l’avvento dell’era streaming. L’industria discografica che nel passaggio delicato ha registrato un calo del 70%, torna a crescere quest’anno. Cresce negli States, lo dicono i dati di Riaa. E anche in Italia, sostiene Fimi: +21 per cento, per un fatturato di 148 milioni di euro. E questo “entusiasmo” degli italiani riguarda tutti i formati, a partire dalla musica fisica, con una ripresa del Cd con un +17 per cento e ricavi oltre gli 88 milioni di euro; e l’ascesa del vinile con un +56 per cento, ma non saltate sulla sedia… quando si parla di vinili si parla pur sempre del 4 per cento del mercato musicale. Insomma, in Italia a differenza degli States la musica fisica domina ancora il mercato, ma il digitale si conferma un traino sempre più determinante: nel 2015 il digitale si attesta al 41 per cento del fatturato, era del 38 nel 2014. Bando ai numeri e al pallottoliere, è quali sono le dinamiche di acquisto e selezione, e i gusti della gente che tocca capire. Serve una ricerca, e quale migliore occasione per studiarlo se non un contest?
Songs Of the FuTure – sotto la direzione scientifica dei professori Alessandro Panconesi, Marzia Antenore ed Emanuele Panizzi – è un esperimento che punta a trovare la canzone, anzi le canzoni del futuro. Obiettivo audace, che si sono dati i colleghi della rivista di musica ExitWell e due dipartimenti dell’Università La Sapienza di Roma, quello di Informatica e quello di Comunicazione e Ricerca Sociale.
100 band 5 round e 10 mesi di tempo per scoprire chi è l’Artist of the future. Gli artisti che decideranno di partecipare al concorso battaglieranno sulla piattaforma digitale di Songs Of the FuTure e solo in cinque arriveranno alla finale, e cioè coloro che avranno ricevuto più accessi al download/streaming del brano in gara. I finalisti, poi, si esibiranno dal vivo a Roma (una volta concluso il contest online), davanti a una Giuria di Qualità che decreterà per la finale, per aggiudicarsi il titolo di Artist of the future.
Niente target, ninete generi musicali, niente limiti alla partecipazione. L’idea nasce da un precedente tentativo organizzato dai dipartimenti romani, simile ma assai ristretto e rivolto ai soli studenti della Sapienza. «Da studente mi sono interessato alla faccenda e ho lavorato insieme al professor Alessandro Panconesi (docente del dipartimento di informatica) per ampliare il raggio d’azione a livello nazionale e espandere il pubblico e la musica trattata facendone un contest vero e proprio», spiega Riccardo De Stefano che del contest è il direttore artistico. «Ci lavoriamo da circa un anno, insieme ai professori Emanuele Panizzi (informatica) e Marzia Antenore (comunicazione e ricerca sociale). E poi con la società DevAppers per la parte tecnica».
Songs Of the FuTure è un esperimento, ma è anche un’occasione per le giovani band, per farsi conoscere in un mercato nuovo. Attraverso la simulazione di un mercato virtuale dove emerge chi sa meglio vendere la propria musica. Saranno gli utenti a decidere quale sarà la canzone migliore Il contest avrà luogo su una piattaforma digitale realizzata dai dipartimenti universitari, e ogni artista/band ha a disposizione uno spazio personalizzabile, dove presentare il suo progetto musicale e proporre un brano in download o streaming. Con una bio, un video, una galleria fotografica, il testo del brano – per convincere gli utenti, affinché scelgano il loro brano. Non in denaro, ma in softy (la moneta virtuale interna di Songs Of the FuTure) è possibile al costo virtuale di 1 softy.
Per partecipare al contest, basta accedere al portale tramite il proprio profilo facebook, navigare attraverso le pagine delle band e scegliere quali brani premiare, utilizzando il budget virtuale di 4 softy. Buon contest.