Superate le pregiudiziali di Lega e Meloni, la Camera approverà le unioni civili. Si poteva fare senza, ma il governo pone lo stesso la fiducia, tra le proteste delle opposizioni. Preparandoci ad affrontare un referendum, è Marchini però che si prende la scena: «Da sindaco», dice, «non celebrerò unioni gay»

È direttamente Monica Cirinnà a ricordargli che esiste l’articolo 328 del codice penale, sull’omissione di atti d’ufficio. Alfio Marchini si è preso però la scena del dibattito corteggiando il Vaticano, nel giorno in cui la legge sulle unioni civili supera alla Camera il passaggio delle questioni pregiudiziali, poste da Lega e Fratelli d’Italia, e avanza verso il voto di fiducia, chiesto dal governo tra le proteste delle opposizioni, e poi verso il voto finale.  Mentre il presidente del Consiglio Renzi, non fidandosi, si tiene a distanza sia dai catto dem sia dal lavoro di lobbing dalle associazioni per i diritti degli omosessuali.

Così, attendendo il voto finale che Maria Elena Boschi ha indicato come «epocale», dobbiamo quindi parlare di Marchini: il candidato alla guida del Comune di Roma ha annunciando che, se sarà sindaco, eviterà di celebrare unioni omosessuali. Continua così la corsa a destra del candidato un tempo «libero dai partiti» e ora sostenuto da Forza Italia, che in aula annuncia il voto contrario, sia sulla legge che sulla fiducia, prevedendò però almeno la libertà di coscienza. Si becca l’applauso di Maurizio Gasparri,  in questo modo il costruttore Marchini, ma anche molte critiche.

Marchini dunque vuole segnare la distanza dall’ex sindaco Marino che delle unioni civili aveva fatto una bandiera e al tempo stesso segnala una questione non del tutto risolta: se il voto in aula è scontato, infatti, meno lo sarà l’applicazione della legge.  I fantasiosi “sindaci obiettori” potrebbero aggrapparsi ai regolamenti e  ai decreti attuativi in mano a Angelino Alfano. Dal Pd assicurano che non lasceranno solo il ministro, ma sicuramente continuerà lo scontro con i centristi, che al Senato hanno ottenuto l’esclusione di qualunque tipo di adozione per le coppie omosessuali e l’eliminanzione di ogni riferimento al matrimonio, ma proveranno ancora a strappare qualcosa.

Nella disccusione spicca per i toni catastrofici la dichiarazione di Maurizio Sacconi. Che chiede a Mattarella di rinviare la legge al parlamento perché «si avvia, con la legge sulle unioni civili finalizzate alle famiglie artificiali, il progetto di sovversione antropologica». Ovviamente non accadrà. Quello che invece dovrebbe arrivare è un referendum abrogativo, promosso da centristi, leghisti e e crociati alla Adinolfi.

Intanto il premier Renzi annuncia: Nella riattribuzione delle deleghe di governo abbiamo deciso che il ministro Boschi assumerà la presidenza sulle adozioni internazionali e la delega per le pari opportunità”.