La settimana scorsa il Portogallo è andato avanti per ben quattro giorni utilizzando solo energie rinnovabili. Questo è quel che dicono i dati raccolti dai fornitori nazionali: dall’alba del 4 maggio alla sera del 7 non c’è stato bisogno di attingere alle centrali elettriche tradizionali. Domenica scorsa era successa la stessa cosa in Germania – che è un dato più clamoroso, visto che il Paese, anche di domenica, di certo ha consumi molto più alti. In passato anche in Danimarca si sono ottenuti risultati simili.
La notizia è importante in assoluto e clamorosa se si pensa che nel 2013 il Paese iberico viveva ancora di energia fossile per metà del totale – più 27% di nucleare. All’epoca l’eolico era il 7%, mentre lo scorso anno era già il 22%, con il totale della produzione rinnovabile pari a poco meno della metà del totale.
Nel 2015 l’energia eolica ha toccato livelli alti in Danimarca (42%), Spagna (20%), Germania e Gran Bretagna (14 e 11%). Un ulteriore dato positivo, una volta tanto, è il calo dei consumi energetici europei, che si somma all’aumento dell’uso di rinnovabili. La tabella qui sotto mostra come, dal picco del 2006, l’Europa stia scendendo lentamente verso livelli simili a quelli degli anni ’90. Non siamo ancora agli obbiettivi fissati per il 2020, ma un pochino ci stiamo avvicinando.