Domenica si vota. È tempo delle ultime sportellate a Roma e Milano. Poi c’è Torino, mentre Napoli è da tutti data come chiusa. Lì Luigi de Magistris si scontra con Gianni Lettieri, del centrodestra, con il Pd a guardare. A guardare fino a un certo punto però, perché se il partito ha detto che non darà indicazioni, gira un appello di un gruppo di elettori e militanti dem orientati verso Lettieri. Che quindi può salire, contando ad esempio sul sostegno dei verdiniani di Ala, che al primo turno sono stati con la dem Valente. Ma è poca cosa – l’1,4 per cento – rispetto ai voti dei 5 stelle su cui può ragionevolmente puntare De Magistris. È il 9 per cento: non poco per chi è già avanti di 18 punti. Distanza anche maggiore rispetto a quella che c’è tra Raggi e Giachetti, a Roma: 11 punti, 140mila voti.
Anche qui una vittoria di Giachetti avrebbe del miracoloso. La vicenda della consulenza alla Asl di Civitavecchia, non basta, e al massimo pareggia la vicenda della villa a Subianco che Giachetti aveva definito «due casaletti». Diciamo che entrambi i candidati stanno sbagliando molto. Raggi però sconta anche il fatto di non esser riuscita a chiudere una giunta. Solo indiscrezioni dunque, come quella di Paolo Berdini all’urbanistica – confermata dall’interessato – ma niente di paragonabile a Giachetti, che ha presentato la squadra già per il primo turno.
Torino pare però più scivolosa: tra Appendino e Fassino corrono 50mila voti. Bisogna dunque vedere come si distribuisce la destra: 30mila della Lega, 20mila di Forza Italia, 20mila dei centrista Rosso. Poi ci sono i 14mila di Airaudo, ma contano meno.
Milano si annuncia al cardiopalma: sarà una bella notte, che potrete passare a contare i decimali. Parisi insegue Sala, ma con meno di un punto di scarto. È vero però che Sala ha virato a sinistra, nelle ultime due settimane, recuperando endorsement del mondo della cultura e dello spettacolo milanese, finora freddini, e quello di Basilio Rizzo, candidato della sinistra.
E se passarete la notte a seguire gli spogli, non potete però perdervi anche la sfida di Benenvento, che ha un suo interesse perché vede il ritorno in politica di Clemente Mastella, arrivato al ballottaggio distanziando di solo 166 voti il suo avversario. Mastella ci crede, e dice che fare il sindaco per lui è un po’ un sogno un po’ un risarcimento. C’è poi la sfida di Sesto Fiorentino, tutta a sinistra. O meglio tra il Pd e il candidato di Sinistra Italiana. Nell’ex Sestograd si sfidano così due Lorenzo: il dem Zambini che parte dal 32,5 e il sinistro Falchi, che insegue ma con il vantaggio di poter attrarre voti dagli esclusi, dei 5 stelle (che sono il 10 per cento) e soprattutto di Rifondazione, che aveva un suo candidato arrivato terzo con il 19 per cento.
Spostandoci in Emilia è interessante (perché serio) il destino di Finale Emilia, epicentro del sisma del 2012. Il sisma aveva già fermato la ricandidatura del sindaco uscente, il Pd Fernando Ferioli. E poi ha spedito il candidato di centrodestra, Sandro Palazzi, quasi 14 punti avanti a Elena Terzi, del centrosinistra. Riuscirà la rimonta?
Roma, Torino, Milano e Napoli. Ma non solo. Domenica notte scopriremo se Clemente Mastella rinascerà come sindaco di Benevento, se Sesto Fiorentino sarà tolta al Pd dalla sinistra, se Finale Emilia andrà al centrodestra. Cosa tenere d'occhio durante lo spoglio