Una bomba ad Ansbach, vicino a Norimberga. L'attentatore un rifugiato siriano che aveva tentato più volte il suicidio. E' l'ultimo di tre episodi di sangue avvenuti in pochi giorni. A Monaco arrestato un sedicenne che Sonboly aveva conosciuto in un reparto psichiatrico

In Germania un nuovo attentato – stavolta ad Ansbach, città bavarese vicina a Norimberga – e di nuovo lo spettro di problemi psichiatrici alla base del gesto hche stavolta, nella tarda serata di ieri, ha provocato la morte dell’attentatore e 12 feriti, tre dei quali in gravi condizioni. L’esplosione è avvenuta vicino a un ristorante e al luogo all’aperto dove si stava tenendo un concerto con 2.500 spettatori. «È molto probabile, secondo la mia opinione personale, sfortunatamente, che questo sia stato in realtà un attacco suicida di matrice islamica»: ha detto all’agenzia stampa tedesca Dpa il ministro dell’Interno bavarese Joachim Herrmann.

Subito dopo l’esplosione le agenzie parlavano di una fuga di gas poi i dettagli si sono chiariti anche sull’autore dell’attentato. Si tratta di un rifugiato siriano di 27 anni che aveva tentato più volte il suicidio e a cui era stato rifiutato l’asilo politico in Germania un anno fa. L’uomo era conosciuto da parte delle forze dell’ordine per reati collegati alla droga, doveva anche essere estradato in Bulgaria. L’attentatore, era stato anche ricoverato in un ospedale psichiatrico.

L’esplosione ha innescato scene di panico ad Ansbach. «Mentre la band suonava abbiamo sentito un bel botto alle nostre spalle. Abbiamo sentito il boato e l’onda d’urto. Un uomo della sicurezza è corso verso l’entrata», racconta alla Bild uno spettatore. Una unità di crisi è stata istituita nel Municipio di Ansbach e nella cittadina già nel cuore della notte si era precipitato il ministro dell’interno bavarese Joachim Herrmann che si trovava a Berlino.

L’esplosione di Ansbach ha concluso una domenica in cui è avvenuto un altro fatto di sangue che i media hanno rilanciato più volte, ma che non ha un legame con il terrorismo islamico. A Reutlingen (Baden-Württemberg), non lontano da Stoccarda, un rifugiato siriano di 21 anni ha ucciso una donna con il machete ed ha ferito altre due persone. Secondo la polizia i motivi derivano da fattori personali, anzi, è stato liquidato come “omicidio passionale”.

Anche in questo caso, le condizioni psichiche dell’omicida però sembrano fondamentali per comprendere il gesto. «Era completamente impazzito. Si è addirittura messo a inseguire con il suo machete una macchina della polizia. È stato investito a quel punto da un’auto privata, è caduto ed è stato bloccato dalla polizia, immediatamente intervenuta», dicono alcuni testimoni.

Infine, sempre ieri, si sono aggiunti nuovi tasselli alle indagini sul caso di Monaco e del giovane diciottenne di origini iraniane che venerdì ha ucciso 9 persone e poi si è suicidato. David Ali Somboly, ricordiamo, era vittima di bullismo, era stato in cura da uno psichiatra ed era stato ricoverato per due mesi in un ospedale psichiatrico.

Ieri dunque è stato arrestato un sedicenne di origini afgane che Somboly aveva conosciuto proprio nel reparto psichiatrico dove era stato ricoverato. Il ragazzino sarebbe stato a conoscenza del piano dell’attentatore ma non lo avrebbe denunciato, sostiene la polizia.

Stando alle note di agenzia, per il momento, gli ultimi tre fatti di sangue accaduti in Germania – tutti con giovanissimi come autori – sembra che abbiano un filo comune che è quello della malattia mentale.