Dunque nel piccolo Lander di cui è originaria Angela Merkel, il Meclenburgo-Pomerania, gli elettori hanno deciso che la politica delle porte aperte (relative) scelta dalla Cancelliera nei confronti dei rifugiati siriani è sbagliata e va punita. O almeno questo è quanto si è detto nelle prima ore successiva al voto. Piuttosto grande e poco popolato, questa lander dell’estremo nord baltico è stato parte della Repubblica popolare tedesca fino alla riunificazione del 1990, ha dato i natali alla premier ed è culla, fin dagli albori della Germania unita, di movimenti di estrema destra.
Per dire la verità gli elettori hanno punito tutti: come mostra la tabella qui sotto perdono SPD e CDU, i due membri della Grosse Koalition che guida lo Stato, perde la sinistra, perdono i Verdi, persino i piccoli Pirati e l’estrema destra estrema del NPD. A guadagnare è solo l’AfD, l’Alternativa per la Germania guidata dalla 41enne Frauke Petry.
Germany (Mecklenburg-Vorpommern) result#ltwmvp #ltwmv #ltw #AfD #Wahl #Merkel #CDU #MecklenburgVorpommern pic.twitter.com/YkEtK915RC
— Europe Elects (@EuropeElects) 4 settembre 2016
Relativamente isolata, prima città Rostock, appena 220mila abitanti, il Meclenburgo-Pomerania è un caso di scuola per segnalare come l’ascesa dell’estrema destra. Se la campagna è davvero segnata dalla paura dei rifugiati, è interessante segnalare come questi, gli invasori siriani, in Pomerania non ci siano quasi. E come, dunque, lo spavento per l’invasione non sia, come spesso accade, da mettere in relazione con qualcosa di reale, concreto, alle porte di casa. I dati sono inequivocabili, come mostra la figura della IOM qui sotto il 66% del totale dei rifugiati è ospitato, vive nei 5 lander più grandi, ricchi e popolosi, meno, molto meno negli altri. In Pomerania, come ci segnala questa pagina dell’ufficio federale per le migrazioni , i rifugiati sono il 2% del totale. Solo in due altre regioni sono di meno.
Accade di frequente che le paure si alimentino con la distanza dai fenomeni. E che di questi tempi, in Europa (ma anche negli Usa, come ha mostrato il trionfo di Trump alle primarie repubblicane) la propaganda populista contro i pericoli da immigrazione e terrorismo islamico, accompagnati dalla crisi economica, sia capace di parlare alle categorie di persone più colpite e azzannate dal mondo che cambia. O spaventate, colpite dal cambiamento.
I tre tweet qui sotto ci segnalano come alcune categorie, le stesse che raccolgono il messaggio populista altrove, siano quelle che scelgono la AfD e che abbandonano la sinistra. Alternativa per la Germania è il primo partito tra i maschi, un terzo dei lavoratori sceglie l’AfD e la sinistra raccoglie la percentuale più bassa tra gli operai e va meglio tra altri gruppi sociali (compresi i disoccupati). Il passaggio dei voti da Linke, che a est è sempre stata forte e ha incanalato la protesta e la difesa di alcuni standard dei tempi della repubblica Democratica, è un passaggio in qualche modo storico. Se questo quadro politico si dovesse confermare.
Germany (Mecklenburg-Vorpommern): Right-wing AfD (ENF) strongest party among males (FGW exit poll). #ltwmv #AfD pic.twitter.com/uhYk3H1YhZ
— Europe Elects (@EuropeElects) 4 settembre 2016
Germany: 33% of working class people in Mecklenburg-Vorpommern voted for the right-wing populist. #ltwmvp pic.twitter.com/DtEQhedtHS
— Europe Elects (@EuropeElects) 4 settembre 2016
Germany (Mecklenburg-Vorpommern): Astonishing that Linke (LEFT) is doing worst among the working class (9%). #ltwmvp pic.twitter.com/T5wdrXlj9o
— Europe Elects (@EuropeElects) 4 settembre 2016
L’elaborazione grafica di Die Zeit (e interattiva sul sito del giornale tedesco), che evidenzia i flussi di voto verso l’AfD ci segnala come il partito neonato, ma ormai presente nei Parlamenti di quasi tutti i Lander, siano in uscita da tutti i partiti o quasi. E come coloro che alle ultime elezioni non avevano votato (Nichtwahler, il gruppo più in basso) siano una colonna del voto per la destra.
Cosa significa il risultato per il governo e la tendenza politica nel Paese? Che probabilmente la Germania è destinata a essere governata da una Grande coalizione per qualche anno a venire. Gli ultimi sondaggi nazionali segnalano infatti un consenso molto alto per AfD (14%) che non cambia però gli equilibri. La CDU di Merkel resta prima al 33% delle intenzioni di voto, seguita da SPD, Verdi e Linke. Le intenzioni di voto per AfD nei Lander dell’est segnalano come quella parte del Paese, dove sommate, destra e sinistra extra Grosse Koalition pesano il 39% contro il 19% dell’Ovest, viva ancora una crisi da riunificazione e non si sia pienamente inserita nel mood del resto del Paese. Nonostante i due mandati e mezzo di frau Merkel, che quelle aree del Paese dovrebbe avere care.