L'Onu ha sospeso tutti i convogli di aiuti in Siria dopo un attacco devastante su un convoglio di aiuti diretti ad Aleppo che ha distrutto 18 camion su 31 e fatto 20 morti civili. L'attacco aereo, russo o siriano, è giunto poche ore dopo l'avvio della tregua mediata da Mosca e Washington e non lontano dall'ammissione americana di aver colpito - per sbaglio - un gruppo di soldati di Assad, mentre si cercava, dice il Pentagono, di colpire un gruppo di miliziani dell'isis (per i quali la tregua non vale). Testimoni hanno parlato di una bomba a grappolo lanciata da un elicottero e di fuoco di mitragliatrici da parte di un aereo.
Russia e Siria hanno entrambi insistito che le loro forze aeree non sono state coinvolte nell'attacco, ma i testimoni dicono il contrario. I russi sostengono l'improbabile teoria che i 18 camion distrutti abbiano preso fuoco misteriosamente in concomitanza con un attacco ad Aleppo. Lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha lanciato accuse al governo siriano, ricordando come i morti civili sono soprattutto demerito di Assad e delle sue truppe. Con toni insolitamente duri, Ban (che è in uscita dall'incarico) ha detto «tutti i gruppi uccidono civili, ma nessuno più del regime siriano, che continua a buttare bombe a grappolo su quartieri abitati e a torturare i suoi prigionieri».
[caption id="attachment_85239" align="aligncenter" width="1024"] John Kerry, al centro, Staffan de Mistura, a destra, e Sergey Lavrov durante la riunione del gruppo di sostegno alla Siria a New York (AP Photo/Kevin Hagen)[/caption]
Il Segretario di Stato americano John Kerry ha voluto sottolineare che l'accordo per il cessate il fuoco «non è morto», dopo aver parlato con il suo omologo Lavrov al Palazzo di Vetro, dove è in corso l'Assemblea generale Onu.
L'inviato delle Nazioni Unite in Siria, Staffan de Mistura, ha detto che c'era ancora speranza, ma ha sottolineato che la tregua è in pericolo. Nelle poche ore in cui è stata in vigore, diversi gruppi ne hanno denunciato la violazione. L'incidente che ha colpito più di metà del convoglio e ucciso venti civili rischia di essere l'ennesimo passo indietro in una situazione, quella tragica di Aleppo, dalla quale non sembra esserci via di uscita. La verità è che il clima è di nuovo pessimo, nonostante la facciata nei corridoi di New York: lo stesso Obama, nel suo ultimo discorso da presidente all'Assemblea Onu ha attaccato la Russia dicendo: «Cerca di riaffermare il potere perduto attraverso la forza» e ricordato ancora una volta che in Siria non può vincere nessuno e che, per quanto difficile, l'unica soluzione al conflitto è diplomatica.
L’Onu ha sospeso tutti i convogli di aiuti in Siria dopo un attacco devastante su un convoglio di aiuti diretti ad Aleppo che ha distrutto 18 camion su 31 e fatto 20 morti civili. L’attacco aereo, russo o siriano, è giunto poche ore dopo l’avvio della tregua mediata da Mosca e Washington e non lontano dall’ammissione americana di aver colpito – per sbaglio – un gruppo di soldati di Assad, mentre si cercava, dice il Pentagono, di colpire un gruppo di miliziani dell’isis (per i quali la tregua non vale). Testimoni hanno parlato di una bomba a grappolo lanciata da un elicottero e di fuoco di mitragliatrici da parte di un aereo.
Russia e Siria hanno entrambi insistito che le loro forze aeree non sono state coinvolte nell’attacco, ma i testimoni dicono il contrario. I russi sostengono l’improbabile teoria che i 18 camion distrutti abbiano preso fuoco misteriosamente in concomitanza con un attacco ad Aleppo. Lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha lanciato accuse al governo siriano, ricordando come i morti civili sono soprattutto demerito di Assad e delle sue truppe. Con toni insolitamente duri, Ban (che è in uscita dall’incarico) ha detto «tutti i gruppi uccidono civili, ma nessuno più del regime siriano, che continua a buttare bombe a grappolo su quartieri abitati e a torturare i suoi prigionieri».
Il Segretario di Stato americano John Kerry ha voluto sottolineare che l’accordo per il cessate il fuoco «non è morto», dopo aver parlato con il suo omologo Lavrov al Palazzo di Vetro, dove è in corso l’Assemblea generale Onu.
L’inviato delle Nazioni Unite in Siria, Staffan de Mistura, ha detto che c’era ancora speranza, ma ha sottolineato che la tregua è in pericolo. Nelle poche ore in cui è stata in vigore, diversi gruppi ne hanno denunciato la violazione. L’incidente che ha colpito più di metà del convoglio e ucciso venti civili rischia di essere l’ennesimo passo indietro in una situazione, quella tragica di Aleppo, dalla quale non sembra esserci via di uscita. La verità è che il clima è di nuovo pessimo, nonostante la facciata nei corridoi di New York: lo stesso Obama, nel suo ultimo discorso da presidente all’Assemblea Onu ha attaccato la Russia dicendo: «Cerca di riaffermare il potere perduto attraverso la forza» e ricordato ancora una volta che in Siria non può vincere nessuno e che, per quanto difficile, l’unica soluzione al conflitto è diplomatica.