Ad Aleppo è in corso una carneficina. Da anni. Ma in questi giorni le cose sono peggiorate grazie agli aerei russi e siriani che cercano di evacuare la città dai civili per portare l’assalto finale alle aree nelle mani dei ribelli. L’escalation sul campo sta anche determinando un inasprimento dei toni usati tra le diplomazie americana e russa.
La strage in corso
Ad Aleppo e dintorni due milioni di persone sono senza acqua corrente o quasi e spesso senza elettricità. La situazione rende più terrorizzanti i bombardamenti e più difficili i soccorsi ai feriti, in una città rasa al suolo da anni di guerra a mesi di assedio. L’Unicef fa sapere che negli ultimi cinque giorni 96 bambini sono morti e 220 feriti sotto le bombe. I bambini di Aleppo «sono intrappolati in un incubo, non ci sono più parole per descrivere questo orrore» ha detto il direttore esecutivo di Unicef, Justin Forsyth. Da giorni si parla inoltre di bombe a grappolo e altri ordigni mai utilizzati fino a oggi. Le immagini postate in un video da Syria campaign mostrano le voragini fatte da queste bombe.
Le distruzione dei missili su Aleppo est
Alla domanda: «Avete colpito voi gli ospedali?» L’ambasciatore di Assad all’Onu ha risposto così
Syria’s ambassador to the UN, Bashar Al Jaafari, laughs when asked about hospital bombings in Aleppo by @baysontheroad. pic.twitter.com/jGq9QlOwey
— Al Jazeera English (@AJEnglish) 28 settembre 2016
La diplomazia
Di fronte agli attacchi, il segretario generale Onu ha parlato di «Crimini di guerra perpetrati volontariamente». Mentre il Dipartimento di Stato Usa ha minacciato di interrompere ogni collaborazione con Mosca se gli aerei non rimarranno a terra, accusando Putin e Assad di non cercare la strada diplomatica. In effetti Assad non ha nessuna intenzione di far tacere le armi fino a quando non avrà riconquistato la città chiave del Paese. Mentre Mosca, come spesso accade, non è conseguente alle decisioni prese in sede Onu.
L’inasprimento dei toni da parte americana ha determinato però una presa di posizione più secca e dura da parte della diplomazia russa. La Russia, che sostiene di aver bombardato sempre e solo «terroristi» risponde per bocca del vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov. Mosca vuole fermare la violenza perché teme azioni da parte di terroristi islamici contro interessi russi e su territorio russo e aggiunto che le prese di posizione americane «non possono essere interpretate che come sostegno al terrorismo». Ryabkov parla di «inviti sottili a usare il terrorismo contro la Russia» e di un punto basso dell’approccio statunitense in Medio Oriente e Siria. Infine, il vice capo della diplomazia russa ha rigettato l’idea di una nuova pausa di sette giorni, proponendo piuttosto una pausa di 48 ore – abbastanza per fare scappare i civili e poi riprendere l’offensiva. Parlando con al Jazeera, l’inviato Onu De Mistura parla di responsabilità internazionali diffuse: «Ho visto molte guerre, lavorato nella ex Jugoslavia, ma una situazione così intricata e con tanti avvoltoi non l’avevo mai vista», ha detto. La riconquista di Aleppo continua, i russi hanno scommesso sull’inazione di Stati Uniti ed Europa e stanno vincendo quella scommessa.
Un modo per vedere quel che succede ad Aleppo è il documentario sui White Helmets prodotto da Netflix
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