Travolgenti i cantautori palermitani Antonio Di Martino e Fabrizio Cammarata con il loro spettacolo “Un mondo raro” in scena ieri al Monk di Roma per Romaeuropa Festival. Un progetto fatto di parole e musica per raccontare, omaggiare e far rivivere l’indomito spirito di Chavela Vargas, la chanteuse messicana, amante di Frida Kalho, famosissima e poi dimenticata e poi di nuovo famosissima negli ultimi anni della sua vita.
Sentendoli raccontare storie e aneddoti sembra di vedere Di Martino e Cammarata cercare la cantante messicana in tutte le taverne di Città del Messico. Sentendoli cantare e suonare si ha invece la certezza che l’abbiano trovata.
I testi, seppur riadattati in italiano, mantengo la melodia e l’accentuazione dello spagnolo e sottolineano quanto quelle canzoni parlino un linguaggio universale. Un linguaggio che scivola giù nel profondo dell’anima, che mescola felicità e tristezza, che accoglie la vita nei suoi molteplici aspetti. A supportare i cantautori palermitani altri tre musicisti impegnati alle percussioni, alla tromba e al contrabbasso.
Sentendoli raccontare storie e aneddoti sembra di vedere Di Martino e Cammarata cercare la cantante messicana in tutte le taverne di Città del Messico. Sentendoli cantare e suonare si ha invece la certezza che l’abbiano trovata.
Nel disco invece, registrato in Messico, ad accompagnarli ci sono i Macorinos, due chitarristi messicani settantenni, con i quali il primo impatto è stato quanto meno strano raccontano Antonio e Fabrizio in un’intervista a XL: «Cosa potevano aspettarsi due musicisti settantenni da due ragazzi siciliani interessati a Chavela Vargas? Invece alla fine delle registrazioni ci hanno detto che il canto italiano dona una certa grazia a questi pezzi. Come sentirete dal disco, il loro tocco ha qualcosa di veramente antico e immortale».
Sicuramente imperdibili i riarrangiamenti di: “La Llorona”, vera e propria ossessione da anni di Fabrizio Cammarata, “Macorina”, e “Vitti Na Crozza” tradotto in spagnolo perché «Chavela l’avrebbe amata» spiegano i due al pubblico, dopo aver bevuto in suo onore un bicchiere di tequila.