Oggi a Batley e Spen, Regno Unito, gli elettori sono chiamati alle urne per decidere chi dovrà sostituire Helen Joanne Cox, deputata di 41 anni uccisa da un fanatico nazionalista una settimana prima del referendum britannico sulla Brexit. Intanto la violenza di estrema destra continua a fare notizia in Europa

Oggi a Batley e Spen, Regno Unito, gli elettori sono chiamati alle urne per decidere chi dovrà essere il loro prossimo rappresentante presso il Parlamento britannico.
Chi sarà eletto andrà a sostituire Helen Joanne Cox, deputata di 41 anni, uccisa da un fanatico nazionalista a colpi di coltello e pistola una settimana prima del referendum britannico sulla permanenza nell’Unione europea.

Intanto la violenza di estrema destra continua a fare notizia in Europa.
Proprio nel Regno Unito, i crimini d’odio, i così detti “hate crimes” sono aumentati drasticamente dopo il referendum. Gli uffici statistici nazionali documentano un incremento 41 per cento rispetto al 2015. In particolare, sono stati presi di mira cittadini polacchi che vivono e lavorano nello UK. Uno dei casi più emblematici è stato quello Arkadiusz Jozwik, ucciso a Harlow, Essex, questa estate.

In Germania, gli attacchi di matrice xenofoba contro rifugiati e case di accoglienza continuano ad aumentare. Nei primi 10 mesi del 2016 ne sono stati registrati 767. Inoltre, questa mattina è morto uno dei quattro ufficiali tedeschi che erano stati colpiti ieri da un attentatore di estrema destra, nei pressi di Norimberga.

In Austria, sul fronte istituzionale, il candidato alla Presidenza della Repubblica, Alexander Van der Bellen, è sotto protezione per aver subito minacce di morte da membri neo-nazisti.

E se si parla spesso del partito neo-nazista ungherese, o di Polonia, si fa presto a scordarsi della Slovacchia. Sul New York Times, Alena Krempaska del Human Rights Institute di Bratislava, racconta come sia stata vittima di un attacco premeditato dopo essere stata insultata pubblicamente a una manifestazione organizzata dal partito OLANO, acronimo di “Gente comune e personalità indipendenti” e guidato dall’imprenditore Igor Matovic.

Poi, ovviamente, c’è tutto il magma della destra estrema “istituzionalizzata” che avanza, dalla Germania alla Francia, passando per i Paesi del nord Europa e la Grecia. E se l’ormai ex-UKIP, Steven Woolfe, dichiara morto il partito di Farage, Owen Jones ci ricorda che il partito Conservatore – e di governo – di Theresa May sta colmando il vuoto che ha lasciato.

C’è qualcosa di buono in tutto ciò? Forse sì: non esiste un programma politico comune europeo che unisca i movimenti di estrema destra nazionali. Non ancora, almeno ufficialmente. Ma potrebbe essere dietro l’angolo.
Ieri Die Zeit ieri ha infatti rivelato che Frauke Petry (AfD) e Marine Le Pen (Front National) si sono incontrati segretamente a inizio luglio nei pressi di Strasburgo.

Cosa si siano detti non è dato saperlo.

 

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