Calano le vendite di armi di piccola taglia, ma il giro di affari complessivo dell’industria militare tedesca aumenta. Tra gli acquirenti fanno uno scatto in avanti Turchia, Emirati Arabi Uniti e Corea del Sud. Stabile l’Arabia Saudita

Nei primi sei mesi del 2016, l’export di armi, munizioni e attrezzature militari dalla Germania verso il resto del mondo è aumentato e ha superato la quota di 4 miliardi di euro. Lo conferma il rapporto sull’export dell’industria militare citato da Handelsblatt e Der Spiegel e che dovrebbe sottostare al vaglio dell’esecutivo federale questo mercoledì.
Sebbene il commercio di armi di piccola taglia abbia subìto un “contraccolpo” – si passa da un valore commerciale di 12,4 milioni euro a 11,6 milioni – l’export di munizioni è aumentato di dieci volte: dai 27 milioni della prima metà del 2015 si arriva all’astronomica cifra di 283,8 milioni nello stesso periodo del 2016. Der Spiegel ricorda come le armi di piccola taglia (si parla qui di pistole e fucili, per intenderci) «siano le principali cause di morte nelle guerre civili, per esempio in Siria».

Se si conferma il trend in crescita dell’export di armi, munizioni, e attrezzature militari della Germania, cambiano però le destinazioni finali.
Sono soprattutto le “zone calde” del pianeta a farsi avanti. La Turchia passa dalla posizione numero 25 alla 8: nel dettaglio, ben due terzi della merce acquistata riguarda attrezzature e armi pesanti. La Corea del Sud fa uno scatto in avanti e arriva in quarta posizione. Gli Emirati Arabi Uniti passano dalla posizione numero 13 alla 7. Stabile al terzo posto l’Arabia Saudita, che si conferma partner di eccellenza: il valore commerciale degli scambi con questo Paese è passato da 179 milioni a 484 milioni di euro.

 

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