Il cittadino siriano condannato per terrorismo per aver resistito alla polizia, il giornalista perquisito per aver cooperato con Snowden a molti altri esempi: così le leggi speciali penalizzano la democrazia e lo Stato di diritto. E aiutano la propaganda dei terroristi

La foto qui sotto è scatta in campo della Serbia dove in questi giorni vivono rifugiati. I volontari che li hanno raggiunti assieme al personale Unhcr raccontano che agli operatori umanitari viene impedito di dar loro da mangiare e che quando, i volontari hanno portato loro del cibo, sono stati fermati dalla polizia perché «aiutare i rifugiati è illegale». Il contadino francese Cedric Herrou è sotto processo a Nizza per aver aiutato i migranti e lo scorso invero la polizia danese fece multe a cittadini che avevano dato un passaggio in auto a famiglie di siriani che camminavano sul ciglio della strada.


Peggio è andata ad Ahmed H, un cittadino siriano quarantenne residente a Cipro, che si era spostato lungo la rotta balcanica per aiutare la sua famiglia (genitori, un fratello, la cognata e quattro nipoti), che nel frattempo era scappata dalla Siria. Il 16 settembre 2015 la polizia ungherese aveva sigillato il proprio confine con la Serbia a Röszke/Horgoš e durante gli scontri tra polizia e migranti Ahmed tirò pietre ma anche, usò un megafono – i video in possesso per chiedere che la polizia ungherese e i rifugiati si calmassero. Dopo quegli scontri 11 persone sono state condannate per “attraversamento illegale della recinzione di confine” aggravato dalla “partecipazione ad una rivolta di massa”. I condannati sono anche entrambi i genitori anziani di Ahmed H. la cui madre è è parzialmente cieco. Ahmed è il solo ad aver subito una condanna anche per “atti di terrorismo”.

Cosa siamo diventati? A leggere il rapporto di Amnesty international pubblicato stamane, che segnala molti altri casi simili, anche in contesti diversi, da quello di Ahmed, siamo una società che diventa orwelliana. Le leggi di emergenza e speciali approvate nel corso degli anni per fare la guerra al terrorismo stanno minando alla radice la nostra civiltà giuridica e, quindi, la qualità della nostra democrazia, sostiene l’organizzazione internazionale per i diritti umani.

Il processo ad Ahmed H

Altri esempi?
La legislazione entrata in vigore in Ungheria fornisce ampi poteri al governo, nel caso in cui sia dichiarato lo stato d’emergenza, di vietare le manifestazioni, ridurre notevolmente la libertà di movimento e congelare conti bancari. Disposizioni scritte in modo vago consentiranno di sospendere le leggi ordinarie, adottarne rapidamente altre e impiegare l’esercito dotato di armi da fuoco per sedare i disordini.
In Polonia è consentito fare intercettazioni senza chiedere permesso a un giudice solo nei confronti di cittadini stranieri. In Francia lo stato d’emergenza consente alla polizia di decidere una perquisizione in casa senza permesso di un giudice. Nella stessa Francia, per impedire manifestazioni durante la conferenza sul clima, attivisti ambientalisti sono stati tenuti a casa in maniera preventiva Ci sono giornalisti fermati perché ritenuti “pericolosi”, come David Miranda, interrogato nove ore nel Regno Unito perché troppo vicino a Edward Snowden.
In Spagna, due burattinai sono stati arrestati e accusati di “glorificazione del terrorismo” dopo uno spettacolo satirico in cui una marionetta mostrava uno striscione che è stato considerato una forma di sostegno all’Eta. Ancora in Francia, l’analogo reato di “apologia del terrorismo” è stato usato per incriminare centinaia di persone, minorenni compresi, per “reati” tra i quali aver postato commenti su Facebook che non incitavano alla violenza. Nel 2015 i tribunali hanno emesso 385 condanne per “apologia del terrorismo”, un terzo delle quali nei confronti di minorenni. La definizione di cosa costituisca “apologia” è estremamente ampia. In Spagna, un noto musicista è stato arrestato per una serie di tweet tra cui una battuta su un regalo di compleanno all’ex re Juan Carlos sotto forma di torta esplosiva.

Inutile dire che i controlli, i modi nei confronti di migranti e richiedenti asilo sono più duri e meno attenti al rispetto dei diritti delle persone. Amnesty International parla di “psicoreati”, proprio come in 1984 di Orwell: «In un’attualizzazione degli “psicoreati” descritti in “1984” di George Orwell, è possibile incriminare persone per azioni che hanno relazioni estremamente tenui con effettivi comportamenti criminali. Poiché le misure anti-terrorismo insistono sempre di più sul concetto di prevenzione, i governi destinano risorse alle attività “pre-criminali” e si basano sempre di più su ordinanze amministrative di controllo per limitare la libertà di movimento e altri diritti…In tal modo, molte persone vengono poste sotto coprifuoco, sono colpite da divieti di viaggio o sorvegliate elettronicamente senza mai essere state incriminate o condannate per alcun reato. In molti casi gli indizi nei loro confronti sono tenuti segreti e le persone accusate di condotta “pre-criminale” non sono in grado di difendersi in modo adeguato».

Il tema posto da Amnesty è cruciale per una serie di ragioni. La prima è che la democrazia è un sistema di diritti e doveri e che stiracchiarne la natura la mette a rischio. Continuare a ripetersi di essere una civiltà superiore, come fanno i vari Orban e Le Pen, e dimenticare le ragioni vere per le quali l’Europa è ancora e nonostante tutto un buon posto dove vivere, è pura ipocrisia. La seconda, più stringente persino se uno se ne infischiasse della democrazia, è che prendendo di mira rifugiati, migranti e stranieri in genere si alimenta la propaganda delle organizzazioni terroristiche e si fornisce manodopera al terrorismo. La terza è che, lo hanno sostenuto tutti gli esperti di anti terrorismo interrogati dopo la scoperta delle torture e del waterboarding negli Stati Uniti, non è violando i diritti che si prevengono gli attentati o si individuano i colpevoli. La tortura non è servita a prevenire nulla, servono intelligence, condivisione di informazione tra agenzie e lavoro nei quartieri. Violare i diritti è solo un pericolo per l’Europa. Persino a prescindere da quel che si pensa del destino di persone in fuga dalla guerra come i familiari di Ahmed.

Il video della storia di Ahmed