Non si arresta la guerra dei Cinquestelle in Emilia-Romagna, nella terra dove tutto è cominciato.
Ora, l’ex M5s Federico Pizzarotti ha annunciato la ricandidatura della sua squadra al governo di Parma, ma a qualcuno non è andata giù. Ed ecco che, a colpi di interviste nazionali e provocatori post sul blog, ricomincia la campagna elettorale.
A prendersi l’incarico, è Massimo Bugani, il consigliere comunale di Bologna fedelissimo della Casaleggio Associati, che in un’intervista all’Huffington spara a zero sull’ex primo cittadino del Movimento. «Pizzarotti, legittimamente, fa politica. Con suoi obiettivi, che poi sono obiettivi di potere. Obiettivi romani». «È inutile che ci giriamo intorno: Pizzarotti è come una persona che vuole lasciare la moglie facendole crederle che la colpa è proprio della moglie. Ma non è così: lui ha voluto evitare le battaglie che sono nelle corde dei Cinque Stelle».
Il consigliere bolognese, poco noto ma molto attivo, è diventato – senza che vi sia stata nomina né voto on-line, ma nemmeno un’investitura di Grillo – una specie di segretario di partito, dopo una lenta epurazione iniziata con il colpo di mano che nel cancellò un meetup intero, e proseguita pezzo dopo pezzo, con la perdita di chi nella regione, manteneva una certa autonomia di pensiero. Ed era, va detto, più in vista di lui.
Dall'(auto)eliminazione del delfino di Grillo (nonché suo odiato nemico) Giovanni Favia, primo epurato del Movimento a causa di un brutto fuorionda in cui lamentava la mancanza di democrazia e trasparenza all’interno dei M5s, la scalata a cane da guardia della Casaleggio associati – tanto da diventarne dipendente – è sempre stata fatta di uscite pubbliche – ma più spesso private. Memorabile fu il suo atteggiamento nei confronti della collega di scranno, Federica Salsi, cacciata perché andata in tv. Il giorno dopo, Bugani evitò di sedersi al suo fianco in Comune come fosse un’appestata.
L’intervista ha toni che la stampa locale, che spesso ha ospitato interventi a gamba tesa del zelante consigliere nei confronti dei compagni di partito, conosce bene. Delegittimanti seppur generiche, sempre allusive, raramente dirette. E mai e poi mai, in un faccia a faccia pubblico.
Dello stesso tenore, è il post uscito stamattina sul blog, sul quale Massimo Bugani spesso scrive. L’articolo parla in generale degli eletti che hanno abbandonato la retta via e spiega che «la cosa che li accomuna tutti è l’“effetto cadrega“, che poi è la vera ragione del tradimento. Ognuno di loro si è ancorato alla sua poltrona e al suo stipendio fregandosene di essere stato eletto con un simbolo e un programma che hanno tradito». L'”effetto cadrega”è una palese citazione a sberleffo di “Effetto Parma”, nome della neonata lista civica del sindaco parmense.
Il post non porta naturalmente la firma di Bugani, ma è difficile pensare che a Milano si preoccupino, in un momento in cui il Movimento ha ben altri problemi, di provocare il sindaco parmense, che tra l’altro non è più questione che li riguarda. Soprattutto, è difficile non pensare al bolognese, autore di numerosi post contro Pizzarotti, alcuni dei quali gli costarono valanghe di insulti degli iscritti proprio a causa dell’accanimento contro il collega di partito. Ed è difficile non pensare a lui, che proprio la settimana scorsa si è (auto)dichiarato responsabile di ricostruire una lista a Parma in vista delle prossime elezioni. «È stata una mia idea, ne ho parlato con Grillo e ho avuto il via libera. Non vogliamo abbandonare una città dove il Movimento 5 stelle è stato tradito da un sindaco che subito si è seduto al tavolo con banchieri e industriali», ha dichiarato al Resto del Carlino di Bologna. L’8 febbraio il consigliere comunale sarà a Parma proprio per lavorare a questo obiettivo, nonostante Beppe Grillo non faccia che ripetere che: “i consiglieri facciano i consiglieri”.
C’è di più. Sempre all’Huffington, Bugani spiega il segreto di Bologna, dando perfino un consiglio al capo politico: «Da noi, a livello comunale, abbiamo sempre promosso persone conosciute, che abbiamo visto crescere fin dal 2005, gente fidata, che sappiamo come lavora, con cui costruire progetti chiari e visibili. L’unico consiglio che potrei dare a Beppe è di prendere una strada come questa, di guardare bene con chi lavori».
Vero, Bologna (e a ruota l’Emilia-Romagna) una strada l’ha presa. Ma certo non con i risultati di cui parla il capogruppo felsineo. Dopo l’eliminazione di Defranceschi alle regionali, l’uscita della deputata imolese Mara Mucci e quella di Pizzarotti a Parma, l’operazione di “bonifica” di Bugani sembra quasi compiuta. Traballa la senatrice Elisa Bulgarelli e si tiene alla larga l’attuale capogruppo in Senato Michela Montevecchi. Solo “gente fidata”. Come Marco Piazza, l’altro storico consigliere comunale attualmente indagato nell’inchiesta sulle firme false.
E a rimetterci, è proprio la salute del Movimento, che in provincia di Bologna ha perso consiglieri su consiglieri, attivisti e inevitabilmente, voti, tanti. Ne sono stato esempio lampante le elezioni regionali e l’imbarazzante risultato alle scorse comunali, dove il Movimento 5 stelle è riuscito a conquistare Torino e Roma, mentre a Bologna non si è nemmeno lontanamente avvicinato al ballottaggio, nel quale a sfidare il sindaco uscente Virginio Merola è stata la Lega Nord. L’ultima defezione a Budrio (qui un’intervista ad Antonio Giacon, che spiega bene lo svuotamento della base attualmente in corso nel bolognese).
L’intervista di Bugani viene riportata a Pizzarotti, che comprensibilmente, si infuria. E qualche sassolino dalla scarpa, se lo toglie.
«Bugani è un emissario della Casaleggio Associati e di Beppe Grillo. Una persona dannosa, che a Bologna ha fatto solo macerie e che ora vuole mettere le mani su Parma. Non ha un ruolo definito, a Bologna molti consiglieri se ne sono andati. Ormai essere ortodossi e obbedire al padrone è un trend, così come lo è difendere solo chi resta allineato. Guardate Genova: Putti è una brava persona, intelligente e preparata, ma aveva idee contrapposte alla fedelissima e talebana Salvatori. E allora in Liguria M5s ha sempre difeso la Salvatori senza ascoltare gli altri. Il fatto è che la libertà fa paura».
L’intervista completa a Federico Pizzarotti, uscirà sul prossimo numero di Left in edicola il 4 febbraio.