Fatemi capire, per favore: ora Renzi si inventa i vitalizi che non esistono (lo spiega bene Luca qui) per cercare di anticipare le elezioni già a giugno. Dice Renzi che si abbasseranno le tasse, che si cancelleranno i privilegi e che ci sarà il ritorno al futuro. Però. Però il governo eletto ha come socio di maggioranza lo stesso partito di cui Renzi è segretario (ma la vera domanda è: esiste ancora quel partito?) e gli basterebbe poco quasi niente per una legge che abbassi le tasse oppure che tolga presunti (inesistenti) privilegi agli eletti in Parlamento. Ma lui no. Lui, che è un paninaro vero nell'accezione peggiore del termine, ritiene questa legislatura una pleonastica coda della sua sconfitta. E continua, per comodo suo, a credere che la gente davvero abbia a cuore un cambiamento atto ad avere lui come Presidente del Consiglio. E fa niente che nell'ultimo referendum i milioni di no che l'hanno portato alla sconfitta siano schiaffi contati uno a uno al suo bullismo da bossetto di periferia: Renzi vuole tornare a fare il Renzi in una legislatura in cui la sua presenza è l'elemento discriminante tra il bene e il male. E chissà se qualcuno gli avrà detto, tra i suoi fedeli servili, che oggi anche nel PD alla Camera hanno applaudito contro di lui; chissà che qualcuno gli abbia riferito che nei corridoi del Parlamento si dice che addirittura si sia messo a rispondere sardonico agli sms dei nemici. «Nemmeno Crozza riuscirebbe ad imitarlo» diceva ieri qualche piddino. Lui torna. Bullo. Ovviamente. E tutti continuano a credere che sia un'esagerazione di rivincita quando banalmente è la sua natura. Poi si pentiranno. Da servi amici servilmente diventeranno suoi oppositori. Sperando, come al solito, che nessuno se ne accorga. Buon giovedì.

Fatemi capire, per favore: ora Renzi si inventa i vitalizi che non esistono (lo spiega bene Luca qui) per cercare di anticipare le elezioni già a giugno. Dice Renzi che si abbasseranno le tasse, che si cancelleranno i privilegi e che ci sarà il ritorno al futuro.

Però. Però il governo eletto ha come socio di maggioranza lo stesso partito di cui Renzi è segretario (ma la vera domanda è: esiste ancora quel partito?) e gli basterebbe poco quasi niente per una legge che abbassi le tasse oppure che tolga presunti (inesistenti) privilegi agli eletti in Parlamento.

Ma lui no. Lui, che è un paninaro vero nell’accezione peggiore del termine, ritiene questa legislatura una pleonastica coda della sua sconfitta. E continua, per comodo suo, a credere che la gente davvero abbia a cuore un cambiamento atto ad avere lui come Presidente del Consiglio. E fa niente che nell’ultimo referendum i milioni di no che l’hanno portato alla sconfitta siano schiaffi contati uno a uno al suo bullismo da bossetto di periferia: Renzi vuole tornare a fare il Renzi in una legislatura in cui la sua presenza è l’elemento discriminante tra il bene e il male.

E chissà se qualcuno gli avrà detto, tra i suoi fedeli servili, che oggi anche nel PD alla Camera hanno applaudito contro di lui; chissà che qualcuno gli abbia riferito che nei corridoi del Parlamento si dice che addirittura si sia messo a rispondere sardonico agli sms dei nemici. «Nemmeno Crozza riuscirebbe ad imitarlo» diceva ieri qualche piddino.

Lui torna. Bullo. Ovviamente. E tutti continuano a credere che sia un’esagerazione di rivincita quando banalmente è la sua natura.

Poi si pentiranno. Da servi amici servilmente diventeranno suoi oppositori. Sperando, come al solito, che nessuno se ne accorga.

Buon giovedì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.