Si chiamano “Accountability bonds” e con un po’ di fantasia potrebbero essere tradotti con “Bond di responsabilizzazione statale”. E’ la nuova frontiera di sperimentazione teorica economica che arriva dalla Germania e, più in particolare, da Monaco di Baviera.
Qui infatti ha sede l’Istituto per la ricerca economica (Ifo) , guidato negli anni passati dal noto economista ortodosso Hans Werner Sinn. Oggi però, lo scettro di direttore è in mano a Clemens Fuest. Ed è proprio di quest’ultimo la proposta targata “accountability bonds”. Ma di cosa si tratta esattamente?
In parole semplici, di una sorta di capovolgimento della logica degli Eurobond. Se questi ultimi dovrebbero teoricamente permettere di mutualizzare l’emissione di titolo del debito pubblico degli Stati Ue per permettere ai Paesi più deboli (in deficit) di godere dell’effetto reputazione dei Paesi più forti, gli “accountability bonds” mirano soprattutto a punire chi non ha in conti in regola.
Più nel dettaglio, la proposta prevede che, qualora uno Stato superi la soglia di deficit prevista dai trattati europei, questo possa finanziarsi indebitandosi soltanto tramite l’emissione di titoli soggetti a un tasso di interesse maggiorato di 4-5 punti percentuali rispetto alla “norma”.
Nell’ottica di Fuest, la Banca centrale europea (Bce) non sarebbe ovviamente autorizzata a ritirare dal mercato – anche soltanto per vie indirette – questi titoli, a differenza delle emissioni sovrane regolari che invece, già oggi, acquisisce.
In sintesi, la logica sottostante è la seguente: gli Stati tenderanno a ridurre il proprio deficit per evitare tassi di interesse maggiorati sui propri titoli di debito pubblico.
Inoltre, anche le banche commerciali sarebbero disincentivate ad acquistare questi “bond di responsabilizzazione”, visto che sarebbero obbligate a coprire l’eventuale esposizione al rischio con una propria quota di capitale.
La proposta di Fuest è parte integrante del volume “Der Odysseus Komplex” (“Il complesso di Odisseo”, tdr.), di cui è co-autore insieme a Johannes Becker, ed è stata resa pubblica stamani da Die Welt. Ma nell’ottica di Fuest, esisterebbe quindi soltanto la logica del “penalizzazione”?
Non proprio. Sebbene nell’articolo di Die Welt si metta l’accento su questo ultimo aspetto, si legge anche che sarebbe previsto una sorta di contrappeso, una sorta di “carota”. All’introduzione degli “accountability bond” corrisponderebbe infatti anche una parziale condivisione del rischio, a livello europeo, per quanto riguarda invece il resto delle emissioni di debito pubblico degli Stati. Ma nell’articolo non si entra in maggior dettagli.
Il quotidiano tedesco ha commentato la proposta di Fuest sottolineando che rimane difficile immaginare investitori pronti entrare in gioco per questo tipo di titoli pubblici. Inoltre, in base delle proiezioni della Commissione europea riguardo ai deficit dei bilanci pubblici, Francia, Spagna e Italia sarebbero i principali Stati penalizzati da un tale meccanismo.
In passato, anche il Comitato degli esperti economici, un organo consultivo del Governo federale, aveva proposto forme ibride di mutualizzazione del debito pubblico degli Stati Ue, che trovassero un equilibrio tra la logica della solidarietà e della responsabilità fiscale.
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