Con i Vadoinmessico cantava "Archaeology of the Future", ora, come solista Giorgio Poi, novarese di nascita ma romano d’adozione, quella stessa archeologia del futuro la infila nel suo disco d’esordio “Fa niente” appena uscito per Bombasischi/Universal (la stessa etichetta di Calcutta, fenomeno discografico del 2016)

Con i Vadoinmessico cantava “Archaeology of the Future”, ora, come solista Giorgio Poi, novarese di nascita ma romano d’adozione, quella stessa archeologia del futuro la infila nel suo disco d’esordio “Fa niente” appena uscito per Bombasischi/Universal (la stessa etichetta di Calcutta, fenomeno discografico del 2016). Trasferitosi a Londra appena ventenne e diplomatosi in chitarra jazz alla “Guildhall School Of Music And Drama”, aveva fondato i Vadoinmessico (riscuotendo un buon successo di pubblico e girando in tour per l’Europa e per gli States), soprattutto eravamo abituati a sentirlo cantare in inglese. Con “Fa niente” il cantautore sceglie di tornare alle origini, canta in italiano, ripesca sonorità, melodie e atmosfere dai ricordi e dai dischi che era solito ascoltare da bambino, guarda all’Italia e cerca di raccontarla come un amore che si guarda da lontano, con diffidenza e nostalgia allo stesso tempo. La cosa gli riesce piuttosto bene, non solo nel nuovo album, ma anche in interpretazioni come “Il mare d’inverno” cover del famoso brano di Loredana Bertè che è solito cantare durante i concerti.

Modugno diceva: «La lontananza, sai, è come il vento, spegne I fuochi piccoli, ma accende quelli grandi». La frase si adatta perfettamente a “Fa niente”, un disco che convince e che si insinua fra i pensieri con testi e ritornelli. Non stupitevi se già dopo il primo ascolto vi troverete a canticchiare per strada «Hai detto prendo tutto e vado via, con quello che puzza di naftalina», l’attacco di “Niente di Strano”, o “Acqua minerale” ripetendo: «La bocca si trasforma in un groviglio, se il filo del discorso è un rospo da ingoiare con l’acqua minerale». Ma l’esordio da solista di Giorgio Poi (nove brani che vanno dall’indie in stile Dente o Calcutta al cantautorato italiano anni ’70 e ’80 senza tralasciare una buona dose di romanticismo) non è solo terribilmente orecchiabile, ha anche il pregio di raccontare bene le malinconie e le ossessioni di una generazione giovane ma già impolverata e nostalgica.

Quella dei cervelli in fuga all’estero e quella dei bamboccioni rimasti nel Belpaese, gente che spesso si sente (proprio come Poi nel video di “Tubature”, secondo singolo estratto dall’album) parcheggiata lì tra il ciarpame di un negozio di antiquariato, intenta a mettersi a proprio agio strimpellando una chitarra e canticchiando una canzone che “puzza di naftalina”, per poi accorgersi che, dopo tutto, quell’odore “ci piace perché ci ricorda casa”.

«Ho trascorso in Italia tutta la prima parte della mia vita, fino ai vent’anni, e non m’è mai interessato capirla» racconta il cantautore.

«Vista dall’interno somigliava tanto a un ricettacolo di cose ovvie, a un contenitore per la normalità – continua Poi – una nebulosa di noia al di fuori della quale sorgevano le misteriose meraviglie estere. Così sono andato a vivere a Londra, dove proporzionalmente a un grande entusiasmo per quel che scoprivo lì, sentivo avanzare una specie di nostalgia, che nel tempo si trasformò in ammirazione idealizzata e totale per il mio Paese, per il suo cinema, il suo cibo, la sua musica e la sua lingua. Non perché necessariamente mi sembrasse migliore, ma perché era roba mia, la capivo in modo diverso, più radicale. Ascoltavo Vasco Rossi, Paolo Conte, Lucio Dalla, Piero Ciampi, cose che avevo sentito da bambino, ma a cui non ero mai tornato attivamente. Dopo alcuni anni quel sentimento non accennava a smorzarsi, ma anzi si acuiva, spingendomi verso quel “modo”, che un po’ mi apparteneva per diritto di nascita. Così ho iniziato a scrivere alcune canzoni in Italiano, una dopo l’altra, ed è uscito questo disco».

In Tour in tutta Italia dal 24 febbraio 2017

24 febbraio 2017 Pesaro / Circolo Mengaroni
25 febbraio 2017 Savignano sul Rubicone (FC) / Sidro Club
03 marzo 2017 Milano / Serraglio
04 marzo 2017 Bologna / Covo Club
11 marzo 2017 Marghera (VE) / Centro Sociale Rivolta
17 marzo 2017 Ceccano (FR) / Officine Utopia
18 marzo 2017 Montelupo Fiorentino (FI) / Indie is agio | Raduno Diesagiowave 3.0
23 marzo 2017 Firenze / Combo Firenze
24 marzo 2017 Roma / Quirinetta
25 marzo 2017 Torino / Officine Corsare
30 marzo 2017 Monopoli (BA) / Dirockato Monopoli Winter
31 marzo 2017 Taranto / Secret Show
01 aprile 2017 Napoli / Lanificio 25
22 aprile 2017 Tracks / Parma
23 aprile 2017 Genova / Supernova Festival Genova
25 aprile 2017 Padova / En Plein Air – Anfiteatro Del Venda

Ascolta “Fa niente” su Spotify