#Lottomarzo è già cominciato. Alle 14 (ora italiana), infatti, in Australia è già scattata la mezzanotte dell'8 marzo. Per l'Italia manca ancora qualche ora, ma lo sciopero è globale e, incrociando le adesioni su internet, siamo arrivati a contare 51 Paesi in cui le donne scenderanno in piazza. Ecco la mappa di Left. Sfatiamo il primo mito. Quello che ci vuole convinte che nel mondo ci siano 7 donne per ogni uomo. Non è affatto vero. Anzi, sulla terra ci sono più uomini che donne, per la precisione: 3,7 miliardi di uomini e 3,64 miliardi di donne, quindi c'è “un uomo virgola otto” per ogni donna. Il sorpasso è avvenuto nel 1962, e la forbice si è allargata con il passare degli anni. Come mai? Innanzitutto, per via della discriminazione di genere. Nella maggior parte dei Paesi infatti la maggioranza della popolazione è femminile, ma le politiche di due Paesi sono in grado da sole di provocare lo squilibrio mondiale: la Cina e l’India, dove si registrano alti tassi di infanticidio (soprattutto sulle neonate) e di aborti selettivi in base al sesso del nascituro. Non a caso la Cina ha quasi 50 milioni di uomini in più rispetto alle donne e l’India 43 milioni (anche se il record lo detengono gli Emirati Arabi Uniti con 274 uomini ogni 100 donne), mentre la nazione in cui, in assoluto, vivono più donne è la Martinica, dove ci sono 84,5 uomini per ogni 100 donne. [mappa1]

Né Cina né India sono, purtroppo, nell'elenco dei Paesi in cui le donne hanno aderito allo sciopero dell'8 marzo. Ma dei circa 196 Paesi in cui si divide il mondo, sono 51 quelli in cui le donne scenderanno in piazza. La lista continua a crescere, quando manca ormai una manciata di ore al grande giorno. E, alla vigilia, le donne argentine tornano a scrivere alle donne di tutto il mondo, ecco un estratto.

Dallo scorso 19 ottobre, quando convocammo il primo sciopero nazionale delle donne fuori dalle strutture sindacali, un'idea è andata passando di bocca in bocca senza riconoscere frontiere né distanze: organizzare una misura di forza comune per ridare significato all'8 marzo, giornata internazionale delle donne. Lo sciopero internazionale delle donne è adesso un fatto. Questo 8 marzo non poterà dei fiori a noi altre, ma uno sciopero e una mobilitazione, in Argentina, in America Latina e in altri Paesi del mondo. Dalla Thailandia al Cile, dalla Polonia alla Corea del Sud, dai territori maya fino a quelli dei mapuches, in molte lingue, con le modalità che ognuna avrà scelto, con le rivendicazioni e le esigenze che sono state elaborate in ogni angolo, le assemblee si sono succedute nelle estati del Sud e negli inverni del Nord, sfidando l'idea del possibile, appropriandosi dello strumento dello sciopero perché le nostre richieste sono urgenti. Perché la violenza machista non si placa e giorno dopo giorno siamo costrette a piangere le vittime di femminicidi ogni volta più crudeli mentre l'inattività dello Stato ci lascia tutte senza alcuna protezione. Per questo facciamo dello sciopero delle donne una misura ampia e attualizzata, capace di dare rifugio alle occupate e alle disoccupate, alle salariate e a chi vive di sussidi, alle lavoratrici in proprio e alle studentesse; poiché siamo lavoratrici e dobbiamo difendere le nostre vite e le nostre decisioni, noi scioperiamo.
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A #LottoMarzo è dedicata la copertina del numero di Left in edicola

 

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#Lottomarzo è già cominciato. Alle 14 (ora italiana), infatti, in Australia è già scattata la mezzanotte dell’8 marzo. Per l’Italia manca ancora qualche ora, ma lo sciopero è globale e, incrociando le adesioni su internet, siamo arrivati a contare 51 Paesi in cui le donne scenderanno in piazza. Ecco la mappa di Left.

Sfatiamo il primo mito. Quello che ci vuole convinte che nel mondo ci siano 7 donne per ogni uomo. Non è affatto vero. Anzi, sulla terra ci sono più uomini che donne, per la precisione: 3,7 miliardi di uomini e 3,64 miliardi di donne, quindi c’è “un uomo virgola otto” per ogni donna. Il sorpasso è avvenuto nel 1962, e la forbice si è allargata con il passare degli anni. Come mai? Innanzitutto, per via della discriminazione di genere. Nella maggior parte dei Paesi infatti la maggioranza della popolazione è femminile, ma le politiche di due Paesi sono in grado da sole di provocare lo squilibrio mondiale: la Cina e l’India, dove si registrano alti tassi di infanticidio (soprattutto sulle neonate) e di aborti selettivi in base al sesso del nascituro. Non a caso la Cina ha quasi 50 milioni di uomini in più rispetto alle donne e l’India 43 milioni (anche se il record lo detengono gli Emirati Arabi Uniti con 274 uomini ogni 100 donne), mentre la nazione in cui, in assoluto, vivono più donne è la Martinica, dove ci sono 84,5 uomini per ogni 100 donne.

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Né Cina né India sono, purtroppo, nell’elenco dei Paesi in cui le donne hanno aderito allo sciopero dell’8 marzo. Ma dei circa 196 Paesi in cui si divide il mondo, sono 51 quelli in cui le donne scenderanno in piazza. La lista continua a crescere, quando manca ormai una manciata di ore al grande giorno. E, alla vigilia, le donne argentine tornano a scrivere alle donne di tutto il mondo, ecco un estratto.

Dallo scorso 19 ottobre, quando convocammo il primo sciopero nazionale delle donne fuori dalle strutture sindacali, un’idea è andata passando di bocca in bocca senza riconoscere frontiere né distanze: organizzare una misura di forza comune per ridare significato all’8 marzo, giornata internazionale delle donne. Lo sciopero internazionale delle donne è adesso un fatto. Questo 8 marzo non poterà dei fiori a noi altre, ma uno sciopero e una mobilitazione, in Argentina, in America Latina e in altri Paesi del mondo. Dalla Thailandia al Cile, dalla Polonia alla Corea del Sud, dai territori maya fino a quelli dei mapuches, in molte lingue, con le modalità che ognuna avrà scelto, con le rivendicazioni e le esigenze che sono state elaborate in ogni angolo, le assemblee si sono succedute nelle estati del Sud e negli inverni del Nord, sfidando l’idea del possibile, appropriandosi dello strumento dello sciopero perché le nostre richieste sono urgenti.

Perché la violenza machista non si placa e giorno dopo giorno siamo costrette a piangere le vittime di femminicidi ogni volta più crudeli mentre l’inattività dello Stato ci lascia tutte senza alcuna protezione. Per questo facciamo dello sciopero delle donne una misura ampia e attualizzata, capace di dare rifugio alle occupate e alle disoccupate, alle salariate e a chi vive di sussidi, alle lavoratrici in proprio e alle studentesse; poiché siamo lavoratrici e dobbiamo difendere le nostre vite e le nostre decisioni, noi scioperiamo.

A #LottoMarzo è dedicata la copertina del numero di Left in edicola

 

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