Ed ecco un altro colpo di mano del blog di Grillo che non è di Grillo ma è di Grillo. Il leader dei pentastellati ha arbitrariamente deciso di revocare l’utilizzo del simbolo alla lista M5s di Genova, perché la candidata sindaco Marika Cassimatis, nonostante avesse battuto il suo avversario Luca Pirondini, non è gradita.
La Cassimatis infatti, è una grillina ortodossa, di quelle legate al territorio e soprattutto a molti dei compagni di percorso che però oggi sono quasi tutti fuoriusciti: 4 consiglieri comunali su 5, tra cui il capogruppo Paolo Putti, un consigliere regionale, Francesco Battistini, e consiglieri di altri comuni, che contestano la svolta verticistica del Movimento. Ad accuse e fuoriuscite, sebbene provenienti da persone con ampio seguito sul territorio, nemmeno stavolta è seguita una riflessione dei vertici del Movimento.
Eppure Marika Cassimatis era stata votata proprio seguendo il “metodo Genova”, appositamente elaborato dallo staff assieme alla referente regionale e fedelissima di Grillo, Alice Salvatore, che blindava e secretava le liste dei candidati consiglieri.
Secondo il nuovo elaborato elettorale, infatti, il candidato sindaco può essere votato solo dai candidati consiglieri. In caso di vittoria del loro eletto, questi ne vanno a costituire automaticamente la lista. Peccato che nessuno, tranne lo staff, al solito, conosca i nomi dei candidati consiglieri. Eccetto, a quanto pare, lo sfidante Pirondini, che a votazioni aperte aveva poco sportivamente accusato la contendente alal candidatura di essere “amica dei voltagabbana”. Post che poi Pirondini ha cancellato, per sostituirlo con un caloroso in bocca al lupo, che alla luce dell’epilogo suona un po’ come la pugnalata di Bruto.
Il metodo, fortemente contestato da gran parte della base, e apertamente denunciato da tutti gli eletti usciti dal Movimento ligure, oltre a non essere trasparente e a proporre delle vere e proprie liste bloccate, sarebbe stato elaborato appositamente per costituire una lista di cui potersi fidare – come hanno dichiarato Alice Salvatore e Grillo, nelle motivazioni della revoca: «Non possiamo permetterci di candidare persone su cui non siamo sicuri al 100%». A conferma di questo, il “metodo Genova” conteneva una clausola: «Il Garante del MoVimento 5 Stelle si riserva il diritto di escludere dalla candidatura, in ogni momento e fino alla presentazione della lista presso gli uffici del Comune di Genova, soggetti che non siano ritenuti in grado di rappresentare i valori del MoVimento 5 Stelle».
Ma perché solo ora, dopo che ad aver perso è l’uomo della consigliera regionale? Perché «dopo l’esito delle votazioni di martedì – spiega l’ignoto ghost writer per conto del garante – mi è stato segnalato, con tanto di documentazione, che molti, non tutti, dei 28 componenti di questa lista, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del MoVimento 5 Stelle prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017».
Come sempre, non è dato sapere chi sia questo qualcuno, né portare contro-deduzioni, essendo la decisione “irrevocabile”. Nè tantomeno è stata contattata la candidata sindaco per chiederle la sua versione dei fatti.
Però un indizio lo dà lo stesso post di scomunica: «Rimetto a tutti gli iscritti certificati del MoVimento 5 Stelle la decisione se non presentare nessuna lista per le elezioni comunali di Genova o se presentare la lista, arrivata seconda per un distacco di pochi voti, con Luca Pirondini candidato sindaco». Una parvenza di democrazia che svanisce appena si legge che il tempo per la votazione – e dunque per trovare e votare un altro sindaco – sarà aperta oggi 17 marzo dalle 10:00 alle 19:00.
«Le avvisaglie del fatto che si stesse andando verso un movimento autoritario e non più democratico, con decisioni calate dall’alto sulla base, c’erano tutte», dice a Left Francesco Battistini, consigliere regionale Cinquestelle attualmente autosospeso. «Con oggi, questa realtà diventa palese. Purtroppo anche una votazione on-line con un metodo – anche questo – imposto dai vertici, che non ha dato immediatamente i frutti sperati, visto che tutto era pilotato per far vincere il delfino della Salvatore, Pirondini, è stata completamente sconfessata sempre su decisione del capo politico. Per la serie, se non vinco la partita mi porto via il pallone».
Battistini, attualmente nel Gruppo misto regionale, ci dice: «Non siamo li a lavorare per un logo o per un partito, ma per dei principi. Che oggi quel simbolo non porta più con sé. E a giornata di oggi lo testimonia, perché nessuna organizzazione democratica si sarebbe comportata così».
Ma a quanto pare, poco importa.
Mentre parliamo, sul telefono di Battistini continuano ad arrivare messaggi di persone che dichiarano che d’ora in poi, non voteranno più Movimento 5 stelle. Beppe, sicuro di averci guadagnato?