Michael Flynn è disposto a testimoniare davanti al Congresso in cambio di immunità, la commissione di inchiesta nel caos e la bozza di proposta per i negoziatidella Brexit

Il Russia gate, se vogliamo chiamare così le presunte e probabili relazioni tra la campagna Trump e la Russia per influenzare il risultato elettorale,  aggiunge ogni giorno nuovi particolari. L’ultimo in ordine di tempo è relativo alla volontà del consigliere alla sicurezza dimissionato Michael Flynn di testimoniare davanti alla commissione di inchiesta del Congresso in cambio dell’immunità. In materia ci sono conferme e smentite: un membro dello staff di un membro democratico della commissione inquirente spiega che non c’è stata nessuna richiesta di immunità da parte dell’ex generale costretto a uscire di scena a causa dei suoi incontri con membri dell’apparato diplomatico russo durante la transizione. Ma la richiesta potrebbe essere stata fatta all’Fbi. Nei mesi di campagna elettorale, Flynn, riferendosi alla inchiesta sulle email di Hillary Clinton e alla richiesta di immunità parziale da parte di un membro dello staff dichiarò in Tv: «Se chiedi l’immunità vuol dire che hai commesso un crimine». Vedremo. La giustificazione di Flynn è che l’inchiesta è molto politicizzata e che, per questo, rischierebbe di essere messo sotto inchiesta per ragioni di partigianeria. Nel frattempo anche il genero di Trump e suo braccio destro, Jared Kushner, testimonierà davanti alla commissione di inchiesta.

 

2. I leak della commissione d’inchiesta

Ma quanto è partigiana l’inchiesta? Enormemente. La seconda notizia del giorni infatti riguarda il fatto che il presidente della commissione David Nunes ha avuto contatti  con almeno tre alti funzionari della Casa Bianca, tra cui l’avvocato del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e coinvolti nella gestione di file secretati che sono stati condivisi con il presidente del Comitato Servizi Segreti della Camera. I file, a sentire Nunes, dimostrerebbero che le telefonate di figure importanti della campagna Trump sono state intercettate dalla Casa Bianca di Obama. Ora, la cosa potrebbe anche essere vera: l’apparato per la sicurezza intercetta spesso telefonate di diplomatici stranieri e, quindi, anche i loro interlocutori – solo quando parlano con questi. Nelle trascrizioni delle telefonate l’identità degli intercettati “passivamente” non vengono mai menzionati. Ergo, se membri della campagna Trump avessero avuto relazioni con l’ambasciata russa, questi potrebbero essere stati intercettati, ma non sapremmo chi sono e spesso, neppure cosa dicono.

Quel che è grave in questo caso è che un membro della commissione di inchiesta che su un tema di sicurezza nazionale devono essere molto neutre – e solitamente lo sono –  collabori con la Casa Bianca in segreto, ricevendo informazioni che non dovrebbe ricevere in luoghi non preposti a farlo (bastava chiedere ufficialmente). Il suo ruolo è in discussione e il peso della commissione della Camera ridimensionato. Ora sarà il Senato a condurre le indagini più importanti. In una conferenza stampa i due leader della commissione, repubblicano e democratico, hanno promesso correttezza. Segnalando che è innegabile che la Russia abbia in qualche modo cercato di influenzare le elezioni e anche il dopo: ci sono account twitter che producono materiale pro Trump, citandolo, sperando che lui li ritwitti, mettendosi così nei guai, ha detto un funzionario della sicurezza al Washington Post.

3.Trump e la Cina

Veniamo ai dazi, di cui si è tanto parlato ieri in riferimento alla Vespa (che di mezzi ne vende pochissimi negli Usa e che ha annunciato che li importerà dal Vietnam). Le rivelazioni del Wall Street Journal sono solo l’ultimo segnale di una Casa Bianca che si appresta ad adottare una politica protezionista. La prossima settimana Trump incontrerà il presidente cinese Xi e ha già annunciato, naturalmente via Twitter, che l’incontro sarà difficile.

«L’incontro della prossima settimana con la Cina sarà molto difficile: non possiamo più avere deficit commerciali enormi e perdite di posti di lavoro. Le aziende americane devono essere pronte a cercare alternative “, ha detto in un paio di tweet.

Il Financial Times riporta la risposta di Zheng Zeguang, vice-ministro degli Esteri, che difende la posizione commerciale del suo Paese. Il surplus commerciale della Cina con gli Stati Uniti è «il risultato della distribuzione globale delle industrie, della divisione del lavoro e delle diverse strutture economiche di Cina e Stati Uniti». Apritevi ai servizi e agli investimenti e la struttura del deficit cambierà, ha detto Zheng. Sarà un incontro complicato e si svolgerà, come al solito, al club di proprietà di Trump.

4. I prezzi degli hotel negli Usa

La quarta notizia, piccolissima, è che gli alberghi americani stanno tagliando le tariffe perché c’è il crollo degli arrivi a causa dei bandi di Trump e della scarsa simpatia che suscitano.

5. La Brexit sarà dura per Londra, la bozza di proposta europea

La quinta notizia riguarda la Brexit. La bozza di proposta di negoziato preparata dall’Unione europea è molto dura, segnala, come abbiamo già scritto, che senza un accordo sulla transizione e «progressi sufficienti» nei negoziati sull’uscita dall’Unione non cominceranno le trattative sul commercio. Nel frattempo rimarranno in vigore le regole valide per i membri. May aveva scritto introdotto toni duri nella sua lettera. Questa è la risposta. Berlino e Parigi sono d’accordo su questa linea e, si dice, nei negoziati interni ai 27 per limare il testo, questo può solo peggiorare per Londra.