Leggere prima di commentare compulsivamente. Vale per tutti: per i piddini antigrillo che in queste ore sono diventati feticisti di quelle stesse Procure che tutti i giorni gli stanno decimendo il partito e, d’altra parte, i piè veloci grillini che commentano partendo dal titolo come fanno gli ultrà che scambiano strisce pedonali per bandiere.
Dunque: che una sentenza possa essere strumentalizzata come ente decisionale ultimo della candidatura a sindaco per un città come Genova mette i brividi. Gli anti-Travaglio in pratica sono diventati per un giorno dei ciucciamanette pur di attaccare il nemico senza rendersi conto della goffaggine messa in scena. Si tenta (male) di convincere una schiera di fideisti che la Cassimatis (bocciata da Grillo e il fantomatico staff) debba essere la candidata del Movimento 5 Stelle. Si racconta, insomma, che un tribunale abbia ordinato a Grillo di perdere. E c’è gente che ci crede, pure. Come se domani Emiliano vincesse le primarie del PD per sentenza (sì, ciao) e Renzi venisse condannato di essere il tesoriere del circolo di Canicattì e niente di più.
Di là invece c’è la questione grillina e la politica fatta come se fosse una partita a burraco tra amici: le regole, ahimè, oltre che scriverle bisogna rispettarle. E così le regole a caso scoreggiate da Grillo in accappatoio diventano (giustamente) contestabilissime di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria. Per fare un esempio: se davvero (come scrive il blog di Grillo) le “comunarie” di Genova sono irregolari perché indette con meno di “24 ore di preavviso come stabilito da regolamento” allora sono nulle le liste di Padova, Piacenza e Verona. Solo per citarne qualcuno. Per fortuna non esiste un movimento politico che possa fondarsi sugli umori del proprio capo. Chiunque sia. Se la cialtronaggine impera è normale che la magistratura sembri una segreteria politica.
Facciamo i seri. Su. Politica. Seria.
Buon martedì.