Dalla Val Roya a Roma, passando per Ventimiglia. Gli attivisti del Baobab di Roma sono a Ventimiglia. Mentre le istituzioni latitano, cittadine e cittadini si organizzano non solo nei territori ma anche facendo rete, dalla punta alla cima del Paese. «Abbiamo ritrovato qui molti di quelli che sono stati ospitati al Baobab», ci dice Andrea Costa e vuole precisare che sono ore tutto sommato piacevoli in cui si apprende che molti di loro stanno ancora bene. Ma non appena torniamo a parlare di Roma i sorrisi si spengono. «Ieri sera, e cioè appena 24 ore dopo l’approvazione del decreto Minniti, la polizia è venuta a farci visita al campo di Roma», racconta Costa. «Dei circa 80 ospiti presenti ne hanno trovati solo 36 e li hanno portati via per identificarli. E pensare che da settimane molti di loro tentano di farsi ricevere in questura perché vogliono accedere al percorso regolare di ospitalità». I 36, quindi sono stati identificati e poi liberati, e sono quindi tornati al campo. Sono in 80, dicevamo, e tra loro ci sono molti bambini e molte donne, qualcuna incinta, qualcuna reduce dagli stupri in Libia. «Lo stesso Paese con cui noi abbiamo appena stretto un accordo», sottolinea Andrea.
Poi non dite che è un’emergenza…
«Oggi a Roma manca ancora una struttura di prima accoglienza», dice l’attivista del Baobab con il tono di chi è quasi esasperato dalle sue stesse parole. Sono mesi, anni, che le romane e i romani lo denunciano. E non è la prima emergenza migranti nella Capitale. «Abbiamo cominciato a piantare le prime tende. E se abbiamo già 80 ospiti, vuol dire che a maggio saranno almeno 200. sappiamo bene che avremo anche quest’anno una situazione ingestibile». E il Ferrhotel che, lo scorso 30 dicembre, la giunta Raggi aveva promesso di allestire entro giugno?, chiediamo. «Ci è stato comunicato dal dipartimento al sociale che non sarà pronto prima di dicembre 2017 o gennaio 2018», risponde Costa. Un’alternativa all’ex albergo dei ferrotranvieri romani, sul piazzale della stazione Tiburtina, non è stata annunciata. Per questo il Baobab ha indetto l’ennesima conferenza stampa, per mercoledì prossimo. «Non ci crediamo finché non lo vediamo», avevano detto allora gli attivisti.