Tra il ritornello mediatico e lo slogan politico della crescita nessuno spiega che l’aumento del Pil dipende in realtà da spese, come quelle militari e sanitarie, che non fanno aumentare la qualità della vita. Lo svela il libro di Lorenzo Fioramonti Presi per il Pil

La teoria pura di molte discipline è inaccessibile ai non esperti. Tra tutte, la teoria economica ha un ruolo particolare perché, tra le scienze sociali, è la più complessa e tecnica e allo stesso tempo ha guadagnato un ruolo predominante come spalla teorica della politica e perciò ha una ricaduta enorme sulla vita di tutti i giorni di tutti i cittadini. Spesso inconsapevoli, certamente schiacciate dalla forza che viene facile attribuire a ragionamenti che si propongono nella forma di formule statistiche e matematiche, le persone hanno al contempo la sensazione di essere sottoposte a fenomeni incontrovertibili, come i fatti di natura, e sentono anche che qualcosa non va. Come è mai possibile che in un tempo che per capacità scientifica e tecnologica che si propone come apice dello sviluppo della storia e della conoscenza umana, la qualità del lavoro, dei rapporti sociali, e più in generale della vita non sembra più promettere un mondo migliore ai nostri figli come il passato ha sempre garantito? Ebbene, una parte di responsabilità di questo è da attribuire alla teoria economica che è risultata vincente quasi quarant’anni fa, e ha dominato sulle politiche occidentali prima, e mondiali poi.

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