L'avvocata che con Tomaso Montanari ha lanciato l'appello per una lista unica di sinistra fa il punto con Left sull'assemblea al Teatro Brancaccio del 18 giugno. Spiega come sarà la campagna futura e risponde alle critiche: «Se Mieli ci attacca così vuol dire che abbiamo fatto qualcosa che mette in difficoltà il potere»

Martedì mattina quando il conduttore di Agorà su Rai tre ha sentito parlare Anna Falcone di “convergenza” le ha chiesto se si riferiva alle convergenze parallele di Aldo Moro. «Ma io intendevo Ada Colau e la sua esperienza di Barcellona! Quando ci si renderà conto che siamo nel 2017?», dice ridendo a Left. Questo per descrivere l’attuale momento di passaggio in cui si trova «non una sinistra da unificare ma la sinistra che ancora non c’è», afferma l’avvocata che insieme a Tomaso Montanari ha lanciato l’appello per “un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”. Domenica 18 giugno oltre 1500 persone hanno partecipato al primo incontro al Teatro Brancaccio a Roma con 65mila collegamenti in streaming. Mondi diversi, diversissimi. Da Massimo D’Alema e Niki Vendola seduti in prima fila «che però non hanno parlato, così come la Lista Tsipras o Rivoluzione civile», sottolinea Falcone, a esponenti di Mdp fino ad alcuni segretari di partiti (Nicola Fratoianni per Si, Giuseppe Civati per Possibile e Maurizio Acerbo per Prc). Ma oltre ai nomi noti e alle sigle storiche della galassia di sinistra, al Brancaccio c’era un popolo sconosciuto sì, ma reale: comitati civici del Comitato per il No al referendum, centri sociali, associazioni di ambientalisti e dei precari, sindacati, comitati civici e anche freschi amministratori, come Marta Nalin prima eletta della Coalizione civica alle ultime amministrative, la terza forza di Padova. Un mondo che dai media mainstream è stato dipinto come litigioso, settario, «con furore iconoclasta» (D’Alema al Manifesto), con giornalisti di lunga data come Paolo Mieli che svuota di senso l’incontro incappando anche in errori (ha scritto che era stato organizzato da Libertà e Giustizia). «Il pezzo di Mieli mi ha dato veramente tanta fiducia, perché se ci attacca in quel modo vuol dire che abbiamo fatto qualcosa che mette in difficoltà il potere», commenta Anna Falcone. Le reazioni a caldo sono significative. «A parte il fatto di comunicare che “non esisti”….

L’intervista ad Anna Falcone prosegue su Left in edicola


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