Già sito Unesco, si trova tra la Polonia e la Bielorussia, senza confini precisi, ed ha tra gli alberi più antichi e grandi del nostro continente. È la foresta Bialowieza e sta per scomparire, insieme alla sua fauna: specie di animali rare, già in via di estinzione, compresa la più grande mandria di bisonti d'Europa.

«Abbiamo già provato tutto, a parlare con i ministri, ad allertare le istituzioni internazionali», dice Katarzyna Jagiello, Greenpeace Polonia. Ma niente è stato abbastanza e tempi per misure disperate sono arrivati.

Si sono incontrati a Postolowo all'alba, in trenta, nel minuscolo villaggio del nord a ridosso della Bialowieza e si sono incatenati al nemico: le mietitrici, che tagliano almeno duecento alberi al giorno. Questo atto dimostrativo non è che un episodio della battaglia per salvare la foresta, in una lunga guerra tra il partito conservatore polacco contro ambientalisti, attivisti, avvocati.

«È come un laboratorio dove si può osservare come funzionavano i processi biologici diecimila anni fa» ha detto Tomasz Wesolowski al New York Times. Il biologo forestale ritiene che «rimuovere qualsiasi cosa dalla foresta sia un atto barbarico». Wesolowski ne ha studiato la biodiversità negli ultimi 43 anni. «Se potessimo ripristinare una foresta primordiale artificialmente, lo avremmo già fatto, a Berlino o Londra. La Bialowieza è unica e ora degli idioti stanno tentando di distruggerla».

«Non c'è posto come questo sul continente, senza segno di attività umana» ha detto Jerzy Szwagrzyk, università dell'Agricoltura a Cracovia. Ma c'è anche Jan Szyszko, ministro dell'Ambiente polacco, anche ex cacciatore ed ex guardia forestale. Per lui l'Unesco ha inserito “illegalmente” la foresta Bialowieza nel patrimonio mondiale da conservare nel 2014 ed è diventata il “progetto pilota di organizzazioni libertine e di sinistra, dell'Europa occidentale”.

Di 180mila alberi, sacrificati dal 2012, ormai rimangono solo radici e tronco mozzato. Il 40% degli organismi viventi in essa, inclusi insetti, funghi e uccelli, dipendono dagli abeti che vanno sparendo. Un altro dato a seguire è che sette miliardi di sloty, quasi 2 miliardi di dollari, nel 2015 sono entrati nelle casse della forestale per la vendita di legname.

In Polonia esistono molte riserve naturali e parchi nazionali e far diventare la foresta una di essi potrebbe essere la soluzione, ma il governo regionale si oppone. Una parte della Bialowieza è già sparita nel 2012 per un'infestazione di coleotteri. Il governo ha adesso deciso di triplicare il limite di alberi da tagliare nel 2016 e 80mila metri quadri sono già stati tagliati. Pochi giorni fa la Commissione Europea si è mossa e ne ha chiesto la protezione. Dariusz Gatkowski, WWF Polonia, ha chiesto all'Unione Europea che faccia valere il suo ruolo «per portare la Polonia in tribunale e che diventi il guardiano della riserva naturale d'Europa».

Già sito Unesco, si trova tra la Polonia e la Bielorussia, senza confini precisi, ed ha tra gli alberi più antichi e grandi del nostro continente. È la foresta Bialowieza e sta per scomparire, insieme alla sua fauna: specie di animali rare, già in via di estinzione, compresa la più grande mandria di bisonti d’Europa.

«Abbiamo già provato tutto, a parlare con i ministri, ad allertare le istituzioni internazionali», dice Katarzyna Jagiello, Greenpeace Polonia. Ma niente è stato abbastanza e tempi per misure disperate sono arrivati.

Si sono incontrati a Postolowo all’alba, in trenta, nel minuscolo villaggio del nord a ridosso della Bialowieza e si sono incatenati al nemico: le mietitrici, che tagliano almeno duecento alberi al giorno. Questo atto dimostrativo non è che un episodio della battaglia per salvare la foresta, in una lunga guerra tra il partito conservatore polacco contro ambientalisti, attivisti, avvocati.

«È come un laboratorio dove si può osservare come funzionavano i processi biologici diecimila anni fa» ha detto Tomasz Wesolowski al New York Times. Il biologo forestale ritiene che «rimuovere qualsiasi cosa dalla foresta sia un atto barbarico». Wesolowski ne ha studiato la biodiversità negli ultimi 43 anni. «Se potessimo ripristinare una foresta primordiale artificialmente, lo avremmo già fatto, a Berlino o Londra. La Bialowieza è unica e ora degli idioti stanno tentando di distruggerla».

«Non c’è posto come questo sul continente, senza segno di attività umana» ha detto Jerzy Szwagrzyk, università dell’Agricoltura a Cracovia. Ma c’è anche Jan Szyszko, ministro dell’Ambiente polacco, anche ex cacciatore ed ex guardia forestale. Per lui l’Unesco ha inserito “illegalmente” la foresta Bialowieza nel patrimonio mondiale da conservare nel 2014 ed è diventata il “progetto pilota di organizzazioni libertine e di sinistra, dell’Europa occidentale”.

Di 180mila alberi, sacrificati dal 2012, ormai rimangono solo radici e tronco mozzato. Il 40% degli organismi viventi in essa, inclusi insetti, funghi e uccelli, dipendono dagli abeti che vanno sparendo. Un altro dato a seguire è che sette miliardi di sloty, quasi 2 miliardi di dollari, nel 2015 sono entrati nelle casse della forestale per la vendita di legname.

In Polonia esistono molte riserve naturali e parchi nazionali e far diventare la foresta una di essi potrebbe essere la soluzione, ma il governo regionale si oppone. Una parte della Bialowieza è già sparita nel 2012 per un’infestazione di coleotteri. Il governo ha adesso deciso di triplicare il limite di alberi da tagliare nel 2016 e 80mila metri quadri sono già stati tagliati. Pochi giorni fa la Commissione Europea si è mossa e ne ha chiesto la protezione. Dariusz Gatkowski, WWF Polonia, ha chiesto all’Unione Europea che faccia valere il suo ruolo «per portare la Polonia in tribunale e che diventi il guardiano della riserva naturale d’Europa».