Martedì sera una bomba carta esplode davanti a un centro di accoglienza, giovedì mattina una manifestazione di Fratelli d’Italia - con annessa raccolta firme - per farlo chiudere. Succede a Rocca di Papa, piccolo comune dei Castelli romani, in cui è presente il centro “Mondo migliore”. L’ordigno è stato lanciato alle 21 circa contro il muro che circonda la struttura, non distante dall’ingresso. Uno degli operatori che lavorano nel centro ha dato subito l’allarme. Sul posto sono intervenuti i militari della stazione dei carabinieri di Frascati, che hanno acquisito i nastri delle telecamere presenti in zona, e stanno indagando sul caso.

La struttura d’accoglienza è gestita da un ente religioso, e ospita alcune centinaia di persone rifugiate o richiedenti asilo, tra cui 200 di origine africana. Lunedì pomeriggio, hanno organizzato un sit-in in mezzo alla strada che costeggia la struttura, la via dei Laghi, bloccando il traffico tra Castel Gandolfo e Rocca di Papa, nella zona limitrofa al lago di Albano. Secondo i primi riscontri, la protesta sarebbe nata da una lite tra un eritreo e un siriano. Più in generale, i ragazzi africani lamenterebbero un trattamento diverso e peggiore rispetto ai siriani, stando a quanto riporta il quotidiano locale iImamilio.it.

In rete circola anche un video del sit-in, durante il quale alcuni automobilisti - scesi dalla macchina - insultano i manifestanti. «Scendiamo tutti dalle macchine e ammazziamoli», «animali». Ma per il capogruppo alla regione Lazio di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini, la soluzione è facile: «Premesso che avrei preso a calci nel culo anche mio figlio per un gesto del genere... pensate si possa sopportare da individui di cui non conosciamo nulla: nomi, nazionalità, età... che campiamo al doppio del costo di un pensionato sociale? Io credo che sia ora di smetterla con queste politiche ridicole che generano roba del genere. Vergogna! Al Paese loro a calci nel culo per farsi riconoscere i diritti che noi cattivi gli neghiamo!!!» commenta su FacebookE domani la raccolta firme «per chiedere il rimpatrio degli indesiderati ospiti». Non una parola di sdegno sulla bomba carta, naturalmente.

Non è il primo blocco stradale di questo tipo: un altro sit-in era stato tentato domenica sera, un altro ancora il 12 novembre scorso, per protestare contro docce fredde, ritardi burocratici e qualità scadente del cibo. Nulla che giustifichi nemmeno lontanamente la xenofobia e la violenza verbale dei «calci in culo» espressa dal consigliere regionale Righini, men che meno la vigliaccheria di una bomba carta lanciata da mano ignota.

Martedì sera una bomba carta esplode davanti a un centro di accoglienza, giovedì mattina una manifestazione di Fratelli d’Italia – con annessa raccolta firme – per farlo chiudere. Succede a Rocca di Papa, piccolo comune dei Castelli romani, in cui è presente il centro “Mondo migliore”. L’ordigno è stato lanciato alle 21 circa contro il muro che circonda la struttura, non distante dall’ingresso. Uno degli operatori che lavorano nel centro ha dato subito l’allarme. Sul posto sono intervenuti i militari della stazione dei carabinieri di Frascati, che hanno acquisito i nastri delle telecamere presenti in zona, e stanno indagando sul caso.

La struttura d’accoglienza è gestita da un ente religioso, e ospita alcune centinaia di persone rifugiate o richiedenti asilo, tra cui 200 di origine africana. Lunedì pomeriggio, hanno organizzato un sit-in in mezzo alla strada che costeggia la struttura, la via dei Laghi, bloccando il traffico tra Castel Gandolfo e Rocca di Papa, nella zona limitrofa al lago di Albano. Secondo i primi riscontri, la protesta sarebbe nata da una lite tra un eritreo e un siriano. Più in generale, i ragazzi africani lamenterebbero un trattamento diverso e peggiore rispetto ai siriani, stando a quanto riporta il quotidiano locale iImamilio.it.

In rete circola anche un video del sit-in, durante il quale alcuni automobilisti – scesi dalla macchina – insultano i manifestanti. «Scendiamo tutti dalle macchine e ammazziamoli», «animali». Ma per il capogruppo alla regione Lazio di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini, la soluzione è facile: «Premesso che avrei preso a calci nel culo anche mio figlio per un gesto del genere… pensate si possa sopportare da individui di cui non conosciamo nulla: nomi, nazionalità, età… che campiamo al doppio del costo di un pensionato sociale? Io credo che sia ora di smetterla con queste politiche ridicole che generano roba del genere. Vergogna! Al Paese loro a calci nel culo per farsi riconoscere i diritti che noi cattivi gli neghiamo!!!» commenta su FacebookE domani la raccolta firme «per chiedere il rimpatrio degli indesiderati ospiti». Non una parola di sdegno sulla bomba carta, naturalmente.

Non è il primo blocco stradale di questo tipo: un altro sit-in era stato tentato domenica sera, un altro ancora il 12 novembre scorso, per protestare contro docce fredde, ritardi burocratici e qualità scadente del cibo. Nulla che giustifichi nemmeno lontanamente la xenofobia e la violenza verbale dei «calci in culo» espressa dal consigliere regionale Righini, men che meno la vigliaccheria di una bomba carta lanciata da mano ignota.