Nuova tegola sulla missione Defend Europe, la campagna del movimento di estrema destra Generazione identitaria, che ha noleggiato una nave per ostacolare il lavoro delle Ong nel Mediterraneo e fermare gli sbarchi. L’imbarcazione è ferma al porto di Famagosta, a Cipro Nord - parte dell’isola sotto il controllo di Ankara - e la Refugees rights association (Mülteci hakları derneği) da l’allarme: alcuni cittadini dello Sri Lanka sbarcati nel paese avrebbero fatto richiesta di protezione internazionale e «ci sono forti prove del fatto che la nave sia coinvolta nel traffico di esseri umani».

Le accuse sono molto gravi e la situazione è in continuo divenire. Di sicuro la nave è stata evacuata e il comandante Sven Tomas Egerstrom e nove membri dell’equipaggio sono stati arrestati con l’accusa di aver falsificato documenti. L’avvocato dei cittadini di origine Tamil che hanno presentato richiesta di asilo, il turco cipriota Pasha, parlando al Fatto Quotidiano precisa inoltre che «i suoi assistiti avevano raccontato di essere saliti volontariamente a bordo nel Gibuti, ma la loro storia non era convincente» e «per arrivare in Europa avrebbero dovuto pagare 10.000 euro a testa». La destinazione che avrebbero voluto raggiungere - per il sito Ankara Değil Lefkoşa - sarebbe stata l’Italia. Una volta giunti a Cipro, parte della ciurma imbarcata, 20 persone, sarebbe dovuta scendere a terra per tornare nel Paese d'origine in aereo. Evidentemente non tutti hanno effettivamente preso la strada di casa. 

Dalla pagina di Defend Europe, gli xenofobi si difendono: «A bordo, secondo la compagnia, vi erano 20 apprendisti marinai. I suddetti hanno pagato per fare miglia su quella nave al fine di conseguire il loro diploma. Una banale pratica del tutto legale - per poi proseguire - da cosa ci è stato riferito dall’aeroporto, gli apprendisti stavano per tornare nel proprio paese d’origine quando delle Ong gli hanno offerto di restare in Europa e di richiedere asilo a Cipro facendo loro promesse e donandogli soldi. Quindici apprendisti hanno rifiutato, tornandosene a casa, mente altri cinque si sono fatti corrompere ed ora stanno costruendo false accuse contro il proprietario della nave».

Ma le incongruenze non sono finite. Sempre per Ankara Değil Lefkoşa, per poter attraccare dalla nave avrebbero dichiarato di essere «un’imbarcazione europea intenzionata a soccorrere i rifugiati in mare», e viene sottolineata poi la stranezza della scelta di approdare a Cipro Nord, per una nave con quell’obiettivo. La rotta scelta dai giovani del network di ultradestra, in effetti, è strana. La destinazione dichiarata in precedenza, Catania, è fuori rotta rispetto all’isola individuata per fare sosta. Andrea Palladino, che segue la vicenda fino dall’inizio, ipotizza che Famagosta potesse essere la base logistica scelta dall'organizzazione Generazione Identitaria per dare il via all’operazione. Operazione che fortunatamente potrebbe invece concludersi anzitempo.

Non è il primo stop che subisce la missione, che sembra sempre di più una Caporetto. Aggirato il congelamento del crowdfunding messo in atto da PayPal, la nave - partita da Gibuti - era stata fermata per alcuni controlli a Suez, in Egitto.

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Ne parleremo anche sul numero di Left in edicola da sabato 29 luglio

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Nuova tegola sulla missione Defend Europe, la campagna del movimento di estrema destra Generazione identitaria, che ha noleggiato una nave per ostacolare il lavoro delle Ong nel Mediterraneo e fermare gli sbarchi. L’imbarcazione è ferma al porto di Famagosta, a Cipro Nord – parte dell’isola sotto il controllo di Ankara – e la Refugees rights association (Mülteci hakları derneği) da l’allarme: alcuni cittadini dello Sri Lanka sbarcati nel paese avrebbero fatto richiesta di protezione internazionale e «ci sono forti prove del fatto che la nave sia coinvolta nel traffico di esseri umani».

Le accuse sono molto gravi e la situazione è in continuo divenire. Di sicuro la nave è stata evacuata e il comandante Sven Tomas Egerstrom e nove membri dell’equipaggio sono stati arrestati con l’accusa di aver falsificato documenti. L’avvocato dei cittadini di origine Tamil che hanno presentato richiesta di asilo, il turco cipriota Pasha, parlando al Fatto Quotidiano precisa inoltre che «i suoi assistiti avevano raccontato di essere saliti volontariamente a bordo nel Gibuti, ma la loro storia non era convincente» e «per arrivare in Europa avrebbero dovuto pagare 10.000 euro a testa». La destinazione che avrebbero voluto raggiungere – per il sito Ankara Değil Lefkoşa sarebbe stata l’Italia. Una volta giunti a Cipro, parte della ciurma imbarcata, 20 persone, sarebbe dovuta scendere a terra per tornare nel Paese d’origine in aereo. Evidentemente non tutti hanno effettivamente preso la strada di casa. 

Dalla pagina di Defend Europe, gli xenofobi si difendono: «A bordo, secondo la compagnia, vi erano 20 apprendisti marinai. I suddetti hanno pagato per fare miglia su quella nave al fine di conseguire il loro diploma. Una banale pratica del tutto legale – per poi proseguire – da cosa ci è stato riferito dall’aeroporto, gli apprendisti stavano per tornare nel proprio paese d’origine quando delle Ong gli hanno offerto di restare in Europa e di richiedere asilo a Cipro facendo loro promesse e donandogli soldi. Quindici apprendisti hanno rifiutato, tornandosene a casa, mente altri cinque si sono fatti corrompere ed ora stanno costruendo false accuse contro il proprietario della nave».

Ma le incongruenze non sono finite. Sempre per Ankara Değil Lefkoşa, per poter attraccare dalla nave avrebbero dichiarato di essere «un’imbarcazione europea intenzionata a soccorrere i rifugiati in mare», e viene sottolineata poi la stranezza della scelta di approdare a Cipro Nord, per una nave con quell’obiettivo. La rotta scelta dai giovani del network di ultradestra, in effetti, è strana. La destinazione dichiarata in precedenza, Catania, è fuori rotta rispetto all’isola individuata per fare sosta. Andrea Palladino, che segue la vicenda fino dall’inizio, ipotizza che Famagosta potesse essere la base logistica scelta dall’organizzazione Generazione Identitaria per dare il via all’operazione. Operazione che fortunatamente potrebbe invece concludersi anzitempo.

Non è il primo stop che subisce la missione, che sembra sempre di più una Caporetto. Aggirato il congelamento del crowdfunding messo in atto da PayPal, la nave – partita da Gibuti – era stata fermata per alcuni controlli a Suez, in Egitto.

Ne parleremo anche sul numero di Left in edicola da sabato 29 luglio


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