Tredici morti e oltre ottanta feriti, fra loro anche molti bambini. E’ il drammatico bilancio dell’attentato a Barcellona, accaduto nel pomeriggio del 17 agosto. Intorno alle 17.20 un furgone bianco ha investito la folla sulla Rambla, vicino a Plaza Cataluña, un posto molto frequentato anche dai turisti. La modalità usata dagli attentatori, un viecolo lanciato all’impazzata sulla folla assomiglia a quella che è stata messa in atto a Nizza un anno fa. Attentati molto simili sono stati quelli di Londra e di Berlino al mercatino di Natale. Jihaidisti affittano un camion e fanno strage di civili, a casaccio. Dal loro punto di vista criminale questo tipo di attacco produce il maggiore effetto con meno rischi di fallimento.
Come prevenire? E’ la domanda che si ripropone con urgenza. Evidentemente non basta il monitoraggio delle strade, delle piazze; i luoghi sensibili sono moltissimi, difficile poter mettere in sicurezza tutti quelli potenzialmente sensibili. Per la prevenzione sarebbe importante il monitoraggio del processo di radicalizzazione, conta l’osservazione dei comportamenti via internet dei soggetti sospettati, conta la capacità di leggere sintomi e segnali da parte dei servizi di intelligence prima che i fondamentalisti passino all’atto. I miliziani dell’Isis, come è noto, reclutano persone “borderline”, spesso si tratta di giovani che hanno già avuto a che fare con la criminalità oppure di persone comunque già segnalate. Era questo il caso dell’attentatore di Manchester. Nel caso di Barcellona il giovane arrestato sarebbe il fratello del giovane attentatore,si saprà di più nelle prossime ore.
Per approfondire come avviene il processo di radicalizzazione religiosa da leggere L’origine del terrore.
L’Isis ha rivendicato l’attentato, lasciando intendere che si tratta di una risposta gli attacchi anti Isis a Mosul ( liberata dall’Isis) e a Raqqa dove i miliziani dell’isis sono assediati. Per cercare di comprendere quale scenario internazionale sia alla base delle violente rappresaglie dello Stato islamico abbiamo dedicato la storia di copertina di Left in edicola il 19 agosto alla guerra in Siria.
Quello che segue il messaggio via twitter del sindaco di Barcellona, Ada Colau, a cui ci associamo:
Barcelona ciudad de paz. El terror no conseguirá que dejemos de ser quien somos: ciudad abierta al mundo, valiente y solidaria
— Ada Colau (@AdaColau) 17 agosto 2017
Aggiornamento del 18 agosto ore 8:00:
Dopo l’attentato a Barcellona, nella notte c’è stato un nuovo tentativo di attacco a Cambrils una cittadina lungo la costa a sud di Tarragona. La polizia ha intercettato un’auto sulla Avenida de la Diputaciò, il lungomare. Sembra che la macchina avesse l’obiettivo di investire le persone tra i bar ancora affollati. Per mezz’ora si è scatenato un conflitto a fuoco violentissimo, inseguimenti, ancora persone in fuga dalle raffiche. Il tutto sarebbe stato parte di un piano che prevedeva anche un attacco con esplosivo. Su questa pista sta lavorando la polizia catalana. Nella sparatoria di Cambrils cinque terroristi sono rimasti uccisi. Questi due episodi sono stati preceduti da una esplosione in una casa nel comune di Montecarlo de Alcanar Platja, 110 chilometri a sud di Tarragona e una novantina a sud di Cambrils. Nell’abitazione sono state trovate molte bombole di gas forse utili a preparare degli ordigni. Proseguono le indagini.