Alla marea di libri, oggetti, gadget e souvenir apologetici legati al culto della personalità di papa Francesco già disponibili nelle edicole di tutto il Paese, si è da qualche giorno aggiunto un volumetto distribuito insieme a il manifesto, contenente i tre discorsi del papa (peraltro notissimi e ampiamente discussi a suo tempo dalla stampa di tutto il mondo) ai rappresentanti dei “movimenti popolari”.
Superata la sorpresa, dal momento che, merce rara di questi tempi, le “cronache vaticane” del quotidiano mi sono sempre apparse equilibrate e intelligenti, la prima tentazione è stata quella di liquidare la cosa come una mera operazione commerciale, come puro marketing. Da tempo alla disperata ricerca di lettori, il “quotidiano comunista”, ho pensato, punta probabilmente a conquistare qualche copia in più tra i frequentatori delle parrocchie e degli oratori. Niente di male, business is business e la sopravvivenza di un giornale è una cosa seria. Da questo punto di vista, sarà comunque interessante vedere se la manovra avrà successo o se l’uso di un marchio inflazionatissimo come quello del pontefice argentino non rischi soprattutto di far perdere al giornale romano molti dei suoi lettori più affezionati, infastiditi dalla deriva papista della testata che fu di Rossanda e Pintor.
Ad ogni modo, se si vuole prendere sul serio la faccenda, bisogna ammettere che si tratta di un’operazione scorretta e dannosa, di una vera e propria gigantesca cantonata politica. È scorretta e dannosa perché il papa va preso sul serio e non manipolato ai propri fini. Farlo passare per un criptocomunista è patetico e ha come unica conseguenza quella di dare un risalto del tutto ingiustificato ad alcuni suoi discorsi genericissimi e francamente mediocrissimi sul piano del livello culturale e della sofisticatezza dell’analisi politica. Come egli stesso ha ripetuto alcune centinaia di volte, ma evidentemente la cosa non entra nelle teste di certi “compagni” eternamente alla ricerca di nuovi idoli….