È appena tornato da sopralluoghi in istituti penitenziari e Rems della Sardegna Mauro Palma, presidente del Garante dei detenuti. La sua è un’attività di monitoraggio costante nei luoghi dove si trovano coloro che sono “privati di libertà personale”. Nel caso dei “folli rei”, cioè i malati mentali autori di reati, questi luoghi sono le Rems, le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza che dal 2015 hanno sostituito gli Opg. Palma le conosce bene. «Ho visto casi di contenzione meccanica, con persone legate, altri in cui il malato era in una stanza bianca senza nulla, con il solo letto fissato al centro, ed è una contenzione ambientale. Sono stato anche in strutture all’apparenza all’avanguardia. Poi però se ti fermi tre giorni ti accorgi che le persone sono sedate e allora siamo nella contenzione farmacologica. Ma per fortuna ho visto anche Rems in cui vengono attuati ottimi progetti terapeutici a seconda dei bisogni di ciascun malato». Quando visita una Rems, Palma porta uno psichiatra con sé. «Bisogna stare attenti, io comunque non ho una posizione ideologica. La contenzione, per esempio, può essere utile a giudizio del medico in una determinata fase e con una determinata prassi, ma non può essere il trattamento della malattia mentale».
Le Rems sono state istituite con la legge 81/2014 che ha sancito il superamento degli Opg. «Un grande passo di civiltà», dice Palma. Dentro gli ospedali psichiatrici giudiziari, in effetti, i “folli rei” non erano seguiti dai servizi sanitari territoriali e potevano rimanere all’infinito tra quelle antiche mura, per la continua proroga delle misure di sicurezza: i cosiddetti “ergastoli bianchi”. Condizioni disumane, come dimostrò nel 2011 la Commissione d’inchiesta parlamentare guidata dal senatore Ignazio Marino. Adesso, la legge 81 stabilisce un limite per la permanenza nelle Rems e i Dipartimenti di salute mentale devono elaborare piani terapeutici ad hoc per ogni recluso. «Dopo una….
«Come si cura in strutture apposite chi si ammala di cancro, così lo si deve fare nei confronti di chi ha una patologia mentale», dice il presidente del Garante dei detenuti.
Che ha appena inviato al Governo raccomandazioni per rinnovare la sanità penitenziaria